Ars, bocciato il sorteggio per i revisori

 

 

 

PALERMO  – “Ancora una volta la maggioranza dell’Assemblea Regionale Siciliana ha dato prova di immaturità politica e morale. Avevamo proposto una norma che prevede il sorteggio dei revisori dei conti per gli enti  regionali. Un sorteggio nell’ambito di un elenco di professionisti con determinati titoli e che desse la possibilità a tutti di poter lavorare senza appartenenza politica. Invece 300 nomine fiduciarie facevano evidentemente troppa gola agli esponenti della maggioranza di questa Regione”. A dichiararlo è la deputata regionale del Movimento 5 Stelle Gianina Ciancio, prima firmataria di un disegno di legge che prevedeva la nomina dei revisori contabili presso gli enti regionali, tramite un sorteggio di esperti iscritti ad un’apposita lista di professionisti con determinati titoli e requisiti. “Il nostro ddl – spiega Ciancio – voleva rendere la nomina dei revisori dei conti, un fatto scientifico, obiettivo. Non un fatto discrezionale per vicinanza o affinità politica. La prassi è stata sino ad oggi proprio quella che a lavorare fossero sempre gli stessi professionisti, aficionados di  alcuni politici, mentre altri lavoratori, magari più giovani, rimanessero sempre fuori dal mercato perché senza militanza politica. Si trattava di una norma di buon senso, che avrebbe dato a tutti i professionisti siciliani le stesse opportunità.  Se la norma fosse stata approvata, sarebbe stata la prima in Italia di questa portata. Una norma all’avanguardia che avrebbe sancito definitivamente l’importanza dell’indipendenza dell’organo di revisione contabile rispetto alla politica, non solo negli enti locali ma anche negli enti controllati. Il nostro ddl aveva peraltro ricevuto il plauso delle categorie professionali e introduceva anche una innovazione, ovvero la possibilità di nominare un giovane professionista insieme a 2 revisori più esperti. Nei casi in cui la Regione avesse dovuto nominare una terna di soggetti”.
“Era una norma da bocciare senza se e senza ma, quella che prevedeva il sorteggio per la nomina dei collegi di revisione negli enti regionali e nelle partecipate. Il nostro emendamento approvato
dall’Ars serviva proprio a bloccare una legge che sotto le mentite spoglie della trasparenza avrebbe solo creato un obbrobrio giuridico. Del resto gli stessi ordini professionali ai quali sono iscritti i revisori contabili contestavano una norma che certamente non premiava né il merito, né la competenza, né tantomeno la professionalità. Viviamo una stagione in cui prevale il populismo che viene posto a fondamento anche di ddl come quello presentato per la nomina dei
revisori dei conti. Oggi, anche con il voto segreto, è emersa la volontà netta del parlamento, al di là della maggioranza, attese le assenze di diversi deputati. Respingere una legge davvero ottusa era necessario. Cosa aspettarsi del resto dai Cinquestelle se non l’applicazione del Vangelo secondo Grillo e la Casaleggio e associati che eliminerebbe il Presidente della Repubblica e sostituirebbe la piattaforma Rousseau al Parlamento? Tali postulati suonano oltraggiosi
e disgustosi proprio perché prefigurano la morte dei principi e delle istituzioni democratiche e instaurarono pericolose dittature”. Lo affermano Eleonora Lo Curto e Marianna Caronia, rispettivamente capogruppo Udc e del gruppo Misto.

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