Più arancia nei succhi, ma è necessaria la tracciabilità


 
 
 

ROMA – “Oggi, correttamente, Coldiretti sottolinea l’entrata in vigore della normativa che prevede l’innalzamento della percentuale minima di arancia contenuta nei succhi, dal 12 al 20 per cento. Questo, però, non basta” dice l’on. Basilio Catanoso.

“Speriamo che il nuovo Governo (ci auguriamo di Centrodestra) possa perseverare nella azione di tracciabilità per tutta la produzione dell’agroalimentare italiano, al fine di consentire al consumatore finale di conoscere con esattezza l’origine del frutto, chi e come lo ha prodotto, come è stato trasferito, conservato e commercializzato. Così sì, saranno consumati prodotti coltivati in Italia, perché, in altro modo anche se indirettamente, non si farà altro che consentire l’ingresso di produzioni provenienti da altri paesi, molto spesso a minor costo e figli di accordi di certo non amichevoli dell’agricoltura italiana. Se volessimo esagerare, potremmo  quasi dire che sarebbe stato meglio avere il 12 per cento precedente di succo ma con la tracciabilità piuttosto che un 20 per cento senza tracciabilità che potrebbe amplificare i problemi che abbiamo menzionato” afferma l’on. Catanoso.

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