Basta violenza, camici bianchi in corteo dopo l'orrore di Trecastagni


 
 

CATANIA -Una settimana fa un’assurda, inconcepibile violenza ai danni di una dottoressa in servizio nella Guardia medica di Trecastagni. Sequestrata per ore da un bruto che poi si è dichiarato pentito: “non ero io, non so cosa ho fatto”. La tesi difensiva, non accolta dal gip, è che fosse in quel momento incapace di intendere a causa del dolore ai denti e all’alcool ingerito. Ma la dottoressa prima di essere violentata gli aveva iniettato un antidolorifico e la notte di follia è durata alcune ore, fin quando non è scattato l’allarme e sono arrivati i Carabinieri. Un dramma annunciato: da mesi i medici chiedevano un sistema di video sorveglianza da remoto, collegato  con una sala operativa e una ronda armata tra i vari ambulatori.

Stamattina un affollato corteo di camici bianchi è partito dalla sede dell’Azienda sanitaria provinciale  (che lamenta carenza di risorse economiche per fronteggiare questa nuova emergenza, quella della sicurezza) e poi si è fermato in via Etnea. A Palazzo Minoriti il vice prefetto Domenico Fiorentino  ha ricevuto una delegazione composta da cinque medici (Rosaria Rapisarda, Antonietta Livatino, Antonella Murabito, , Rosalba Muratori, segretario regionale  dello SMI, e Emanuele Cosentino, vice segretario provinciale dello SMI), che hanno esposto la necessità di rendere operativi sistemi di sicurezza attivi, a cominciare da una miglior collegamento con le sale operative dei Carabinieri. Vice prefetto e delegazione dei medici si sono dati appuntamento tra un mese per verificare tempi e modalità di intervento per rendere più sicuro il servizio all’interno delle Guardie mediche, aperte dalle 20 alle 8 e quindi spesso isolate dal contesto urbano.

Alcuni rappresentanti del Comune di Aci catena, su indicazione del sindaco Nello Oliveri, hanno partecipato oggi, al corteo “No alla violenza, si alla salute e alla sicurezza nelle Guardie Mediche. Le donne in prima fila”. La manifestazione, intende sensibilizzare l’opinione pubblica e la dirigenza dell’ASP di Catania.

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