Basta violenza, dalla dottoressa di Trecastagni alle schiave nigeriane


 
 
 

CATANIA – L’urlo della dottoressa della guardia medica di Trecastagni (“Sono stata violentata anche da voi”), rivolto alle istituzioni, di fronte ai 106 presidenti degli Ordini dei Medici, conferma che siamo di fronte a una vera e propria involuzione culturale che, non solo nella nostra provincia, non ottiene ancora l’attenzione dovuta. Istituzioni, forze sociali e agenzie educative collaborino insieme per invertire la pericolosa deriva. Lo sottolineano Iolanda Iacapraro, responsabile del Dipartimento delle Pari Opportunità e Diritti Sociali della Cisl di Catania, e Ornella Romeo segretaria territoriale della Cisl etnea. «Gli ultimi fatti di cronaca accaduti nella provincia etnea – spiegano Iacapraro e Romeo – dimostrano che l’escalation di brutalità registrato fa vacillare la sensazione di sicurezza e il valore della non violenza, elementi fondanti di una società che vuole definirsi civile».
In occasione della visita del ministro dell’Interno, Marco Minniti, la Cisl di Catania, assieme alle altre sigle sindacali confederali provinciali, si è appellata all’esponente del governo nazionale perché Catania, dopo la preoccupante serie di aggressioni contro operatori del servizio pubblico, riceva maggiore attenzione da Roma, in termini di uomini e mezzi da destinare alla prevenzione e alla repressione di fenomeni violenti e delinquenziali da tempo in pericolosa sequenza. Per Iacapraro e Romeo, «sono le donne a risultare però sempre l’anello più debole nella catena sociale. E la violenza, specialmente contro soggetti in condizioni di soggezione, risulta particolarmente odiosa.
Un dato allarmante ci viene, ad esempio, dai centri di accoglienza che registrano un forte incremento delle donne in arrivo in Italia dalla Nigeria, delle quali il 70% si ferma in Sicilia. Si tratta per lo più di minori tra i 13 e i 17 anni che poi vengono introdotte nel giro della prostituzione. «Anche contro tale ripugnante fenomeno – ricordano Iacapraro e Romeo – la Cisl Confederale aderisce alla campagna “Questo è il mio corpo” www.questoeilmiocorpo.org per la liberazione delle donne vittime della tratta e affinché il Parlamento possa approvare una legge che punisca i clienti delle prostitute.
«La Cisl di Catania e il suo Dipartimento delle Pari Opportunità e Diritti Sociali – concludono – intendono da subito avviare un serio confronto con le istituzioni catanesi che coinvolga le forze sociali e agenzie educative del territorio, perché si possa invertire la pericolosa deriva culturale e diffondere il rispetto per la dignità della donna e di tutti i lavoratori e le lavoratrici».

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