Benessere psico-sociale, rilanciare una salute mentale di comunità

Benessere psico-sociale, rilanciare una salute mentale di comunità

di Katya Maugeri

Pandemia e disastro economico determineranno cambiamenti radicali nella vita e nelle relazioni nelle comunità locali. Incertezze, paure, disoccupazione, insicurezza fisica richiederanno l’intervento delle istituzioni pubbliche. In questo presente prossimo al futuro abbiamo capito quanto le nostre vite siano interconnesse. Ed è per questo che i servizi pubblici e i dipartimenti di salute mentale dovranno essere preparati alla pandemia del disagio relazionale.

«Il piano Cura Italia prevede la possibilità di potenziare i servizi territoriali e domiciliari. A spiegarlo è il direttore del dipartimento salute mentale dell’Asp di Caltagirone, Raffaele Barone. Se la salute mentale vuole rispondere ai disagi che si presenteranno a breve, deve entrare in questo Piano di medicina e potenziamento.

Puntando su una salute mentale di comunità. Il disagio del lavoro, la disoccupazione, se non trovano una risposta sociale diventano problemi psichiatrici.  Laddove il supporto sociale è assente, il problema diventa sanitario. Laddove non arriva la prevenzione sul territorio, si è destinati inevitabilmente alle cure ospedaliere. È importante, quindi, lavorare sulla prevenzione territoriale e domiciliare».

La quarantena ha costretto i giovani e non solo a restare a casa, determinando una drastica diminuzione del gioco d’azzardo, così come del consumo di sostanze stupefacenti. Quindi si è dimostrato che stile di vita e l’organizzazione sociale favoriscono comportamenti sia sani che distruttivi.

«L’uso di sostanze e il gioco d’azzardo, continua Barone, comportano gravi alterazioni comportamentali e l’emergere di gravi patologie psichiatriche. Quindi, la prevenzione è possibile se si investe su stili di vita sani e una organizzazione sociale responsabile e costruttiva. In salute mentale la guarigione è un percorso di assunzione di responsabilità della propria vita per cui vale la pena vivere».

Alcuni scenari futuri nel breve tempo sono immaginabili: incremento di stati d’ansia e depressione, crisi della convivenza in ambito familiare e sociale; disoccupazione soprattutto delle fasce deboli, meno scolarizzate e più povere della popolazione. Un aumento delle dipendenze patologiche e comportamenti auto e etero aggressivi; incremento dei disordini di personalità; infiltrazioni mafiose nei processi produttivi e nelle istituzioni.

«Avremo bisogno di un piano di assunzione di giovani professionisti  quali psicologi clinici, educatori, assistenti sociali, informatici) che insieme agli psichiatri e infermieri ridisegneranno la mission dei dipartimenti di salute mentale. Non rinforzare i servizi pubblici oggi significa rendersi colpevoli quanto alla impreparazione che è emersa nell’affrontare pandemia da Covid-19. Dobbiamo sviluppare servizi lungimiranti e innovativi per sviluppare resilienza degli utenti e degli operatori per il benessere mentale di comunità».

I servizi di salute mentale si dovranno adattare ai cambiamenti, rispettando il distanziamento sociale e i protocolli per prevenire il contagio da Covid 19, ma mantenendo una organizzazione di tipo comunitaria. Amplificando l’importanza delle partecipazione sociale. Lavorando sul territorio e non solo sulle emergenze, urgenze. Occorre una salda copertura degli interventi nelle 24 ore, domiciliari quando necessari.

«Durante la quarantena le persone si sono messe in contatto con il proprio corpo. Prendendosi cura di sé e delle proprie paure, accettando la realtà per quella che è e cercando di vivere al meglio con il proprio gruppo familiare. Nel nostro Servizio, durante questa difficile fase, abbiamo sperimentato l’utilizzo della mindfulness. Un modello per la riduzione dello stress, sia nei gruppi degli operatori che in quelli con gli utenti. Le regole, i protocolli stabiliti sono stati accettati e ben compresi dagli utenti che vivono un isolamento forzato come condizione naturale».

Emerge, però, la necessità di laboratori che mettano in luce il confronto e la necessità di vivere in modo diverso attraverso la parola, i gesti, i sorrisi che gli altri possono imprimere nel proprio ego facendo scaturire la scintilla che pone l’adattamento, non come un sacrificio, ma come un nuovo stile di vita.

La famiglia e i servizi sanitari sono i luoghi dove tutti hanno cercato riparo. La domanda impellente alla quale serve trovare una risposta oggi, in piena crisi, è: come mantenere i contatti con gli utenti per le cure e il sostegno psicosociale. E come prendersi cura, nuovamente, delle relazioni e delle paure degli operatori sul campo?

«Una risposta a questo quesito, con l’esperienza maturata in questi mesi di pandemia viene da uno sguardo al presente/futuro attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie, le piattaforme multimediali, il web è di riprendere quel filo che è parso spezzarsi con la diffusione del virus».

Molte persone, ospiti nelle residenze sanitarie assistite, sono morte. Residenze con un grande numero di ricoveri, con affollamento e distanze ridotte. «Questi fatti ci indicando drammaticamente che le strutture residenziali con un alto numero di utenti mette a rischio la salute delle persone, operatori, utenti e familiari. Bisognerebbe investire e incentivare residenze a bassa intensità, come i gruppi appartamento o il sostegno domiciliare. Queste risorse si sono dimostrate preziosissime per garantire una buona salute e in grado di accogliere anche utenti con grave patologia mentale. Le persone devono poter vivere in stanze singole, con un numero massimo di conviventi di non oltre cinque persone».

La terapia utile ed efficace è occuparsi delle relazioni familiari e della rete sociale. Creare progettualità utili al miglioramento della vita degli utenti «attraverso varie forme di finanziamento pubblico che possano determinare l’erogazione di budget di Salute o favorire l’inserimento lavorativo a vari livelli e secondo necessità personalizzate».

Immaginare e realizzare un servizio di salute mentale democratico e dialogico significa ispirarsi a un codice etico. Ricco di valori di verità compassione, uguaglianza, libertà, coraggio e responsabilità.

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