di Erica Donzella
editor e scrittrice
Queste righe, un po’ diverse dal grido di dissenso che solitamente appaiono in questa rubrica, vogliono essere un piccolo rifugio per chi, come me, in questo momento della sua vita sta avendo paura. Se stai leggendo questo articolo probabilmente è perché forse il titolo ti è sembrato un ossimoro difficile da comprendere o perché anche tu senti di aver paura, per qualsiasi cosa o per un qualcosa in particolare. Sarò sincera: non me l’aspettavo. Sì, ecco, insomma, sulla soglia dei trent’anni il terribile sospetto di essere su una linea di confine in solitaria si è fatto vivo, e poi è diventato praticamente il territorio dove vivo continuamente insieme alle mie ansie e alle mie frustrazioni.
Ci tengo a dirti che queste righe saranno necessariamente sincere, perché so che è difficile che qualcuno ti dica “Anche io. Ti capisco”. Come ti dicevo, non me l’aspettavo e la cosa che mi viene da dire in questo momento della mia vita è che crescere è veramente pauroso. Cos’è quest’ansia che mi assale nel cuore della notte per via di un bonifico che tarda ad arrivare? Cosa succede se dimentico di mandare una mail che doveva essere urgente? E se non rispondo a una chiamata a quale terribile dramma vado incontro? Ora dimmi che non hai ancora avuto questa sensazione di totale smarrimento di fronte a una vita che cambia e che diventa adulta e io farò finta di crederti. “Stai solo crescendo”, ci diciamo e tentiamo di accettare il fatto di non essere più sotto la protezione di genitori, di una famiglia e allarghiamo le spalle quanto più possibile nel tentativo di imparare “come si fa”. Che paura, che ansia, che sospetto di non essere all’altezza delle aspettative che gli altri nutrono nei nostri confronti e che noi stessi incentiviamo per non deludere nessuno. Oltre al panico che mi assale e che viene levigato, di tanto in tanto, da una birra con gli amici e da una brava psicoterapeuta, sto cercando di imparare una lezione molto impegnativa: questa paura è un dono. Come? Cosa sto dicendo?
Hai letto bene. Perché le ipotesi sono due: o decidiamo di non crescere perché la paura ci congela nell’immobilità e rischia di uccidere noi e i nostri sogni; o riusciamo a capire che può diventare un’ottima alleata per metterci alla prova, una possibilità di conoscenza incredibile verso noi stessi, soprattutto se la paura ci mette davanti alle nostre fragilità, mostrando una sfumatura che non avevamo mai considerato. Siamo essere umani e siamo fallibili, e dovremmo smetterla di sentirci in colpa rispetto a un mondo che ci considera, spesso, soltanto come un algoritmo dentro un sistema binario, o come due spunte blu in una chat. Ho iniziato ad avere davvero molta paura ultimamente: sto cercando di affermare una mia piccola indipendenza lavorativa, economica, sentimentale, e vorrei tanto non avere paura in questo processo di formazione che chiaramente contagia anche chi mi vive intorno. Ho capito che non potevo vivere sull’orlo di un attacco di panico ogni notte e che forse questa emozione terrificante andava ascoltata.
Hai paura anche tu? Okay. Siediti e ascoltati, e poi chiediti perché. Se di conseguenza riuscirai ad alzarti e a perdonarti per quello che stai provando sei già un passo avanti rispetto all’amore che puoi provare per te stesso, essere umano. La tua fragilità è bellissima e non devi chiedere scusa a nessuno per quello che stai provando, ma fai in modo che la tua paura diventi un alleato per migliorarti, una specie di leva invisibile su cui rimbalzare per sollevarti, non un vicolo cieco.
A 31 anni potresti anche dormire ancora abbracciato ad un peluche e nessuno dovrebbe giudicarti per questo. Se è questo quello che ti tiene al sicuro, va bene anche succhiarsi il pollice. Chi se ne frega. Se hai paura dillo, piangi, trova il tuo rimedio senza vergogna. Posso dirti che sto sperimentando varie forme di resistenza in questo momento storico della mia esistenza, spesso possono sembrare stupide, ma ti garantisco che sono efficaci e, soprattutto, sono solo mie. Te l’avevo detto che queste righe sarebbero state sincere.
Secondo me la paura non andrebbe allontanata, andrebbe accolta. È un’emozione difficile, ma viene da noi. Vogliamo ancora pensare che le cose succedano sempre al di fuori della nostra anima? Che ci sia davvero una distante tra te e la parte più profonda di te?
Abbia paura se è giusta e se ti porta verso una piccola rivoluzione e se riesci a ricavarne insegnamento. E prima d’ogni cosa, essere umano, abbia cura di lei.