|Katya Maugeri|
CATANIA – “Alzatevi alle 4.20 del mattino e guardate video psichedelici e dell’orrore, tagliatevi il braccio con un rasoio lungo le vene, ma non tagli troppo profondi. Disegnate una balena su un pezzo di carta e inviate una foto al curatore“, sono solo alcune delle assurde “regole” imposte dal curatore del “gioco del suicidio“, meglio conosciuto come Blue Whale, la Balena Blu: una sfida che dura ben cinquanta giorni, durante i quali gli adolescenti (spesso dai 9 ai 13 anni) devono sottoporsi a delle prove macabre, gesti che chiaramente li inducono alla depressione – rendendoli psicologicamente deboli – fino ad istigarli al suicidio, che dalla Russia sta raggiungendo anche il giovane pubblico italiano.
Noi di Sicilia Network abbiamo incontrato il vicequestore, dirigente della Polizia Postale di Catania, Marcello La Bella, per parlare di questo atroce fenomeno: “A Catania, ma non sol, abbiamo già avuto diverse segnalazioni e stiamo verificando con la Procura distrettuale e la Procura per i minorenni, per capire se queste segnalazioni sono effettivamente reali, se c’è un curatore dietro questa pratica che induce i giovani a grandi turbamenti – il fatto che si debbano alzare prestissimo e guardare film horror, o sottoporsi ad autolesionismo -. La nostra attenzione è altissima, mirata alla tutela dei minori, quindi ad ogni segnalazione noi interveniamo tempestivamente al fine di informare i genitori, inoltre cerchiamo di identificare coloro che attraggono questi ragazzi, cercando di convincerli a volte anche obbligandoli con minacce ad attuare le pratiche, chi convince, chi adesca risponde di istigazione al suicidio, di violenza privata – dichiara il vicequestore – . Sono numerosi i gruppi che si stanno formando sui social e su WhatsApp come una tragica catena di Sant’Antonio, c’è al momento una vitalità su questo fenomeno sui cui noi abbiamo accentrato la nostra attenzione, anche se al momento non ci sono dei legami che conducono a similitudini con il curatore russo e alle motivazioni che lo hanno spinto a ideare questo gioco, che poi gioco non è, il problema è l’emulazione: ovvero coloro che sono spinti ad avviare questi comportamenti dopo avere letto dell’arresto del curatore russo, di com’è strutturata la dinamica del fenomeno, allora si creano queste figure. I media possono fare moltissimo e invitiamo tutti a consultare e inviare segnalazioni su https://www.commissariatodips.it/ nel quale abbiamo anche formulato un decalogo con l’aiuto dei nostri psicologi” – continua La Bella – “I genitori si devono rendere conto dei comportamenti strani dei propri figli, se mostra dei segni sul corpo, l’hashtag che sta girando sui social: f57. E i ragazzi devono comprendere che si tratta di un comportamento pericoloso al quale non devono prestare attenzione e devono assolutamente segnalarci se ci sono amici e compagni che partecipano.
Richiamiamo la loro attenzione dicendo che loro non sono soli, noi stroncheremo chiunque si improvviserà curatore. Abbiamo già decide di casi sui quali stiamo lavorando, ci auguriamo che siano fasulle, non abbiamo nulla al momento di grave, solo denunce e segnalazioni sulle quali stiamo indagando”.
Che sia dilagata una moda macabra, che si diffonda lo spirito di emulazione, è evidente, ma ricordatevi che si tratta di un pericoloso tunnel dal quale l’unica via d’uscita è l’informazione, la denuncia e il coraggio di affidarsi agli adulti.
Noi di Sicilia Network abbiamo incontrato il vicequestore, dirigente della Polizia Postale di Catania, Marcello La Bella, per parlare di questo atroce fenomeno: “A Catania, ma non sol, abbiamo già avuto diverse segnalazioni e stiamo verificando con la Procura distrettuale e la Procura per i minorenni, per capire se queste segnalazioni sono effettivamente reali, se c’è un curatore dietro questa pratica che induce i giovani a grandi turbamenti – il fatto che si debbano alzare prestissimo e guardare film horror, o sottoporsi ad autolesionismo -. La nostra attenzione è altissima, mirata alla tutela dei minori, quindi ad ogni segnalazione noi interveniamo tempestivamente al fine di informare i genitori, inoltre cerchiamo di identificare coloro che attraggono questi ragazzi, cercando di convincerli a volte anche obbligandoli con minacce ad attuare le pratiche, chi convince, chi adesca risponde di istigazione al suicidio, di violenza privata – dichiara il vicequestore – . Sono numerosi i gruppi che si stanno formando sui social e su WhatsApp come una tragica catena di Sant’Antonio, c’è al momento una vitalità su questo fenomeno sui cui noi abbiamo accentrato la nostra attenzione, anche se al momento non ci sono dei legami che conducono a similitudini con il curatore russo e alle motivazioni che lo hanno spinto a ideare questo gioco, che poi gioco non è, il problema è l’emulazione: ovvero coloro che sono spinti ad avviare questi comportamenti dopo avere letto dell’arresto del curatore russo, di com’è strutturata la dinamica del fenomeno, allora si creano queste figure. I media possono fare moltissimo e invitiamo tutti a consultare e inviare segnalazioni su https://www.commissariatodips.it/ nel quale abbiamo anche formulato un decalogo con l’aiuto dei nostri psicologi” – continua La Bella – “I genitori si devono rendere conto dei comportamenti strani dei propri figli, se mostra dei segni sul corpo, l’hashtag che sta girando sui social: f57. E i ragazzi devono comprendere che si tratta di un comportamento pericoloso al quale non devono prestare attenzione e devono assolutamente segnalarci se ci sono amici e compagni che partecipano.
Richiamiamo la loro attenzione dicendo che loro non sono soli, noi stroncheremo chiunque si improvviserà curatore. Abbiamo già decide di casi sui quali stiamo lavorando, ci auguriamo che siano fasulle, non abbiamo nulla al momento di grave, solo denunce e segnalazioni sulle quali stiamo indagando”.
Che sia dilagata una moda macabra, che si diffonda lo spirito di emulazione, è evidente, ma ricordatevi che si tratta di un pericoloso tunnel dal quale l’unica via d’uscita è l’informazione, la denuncia e il coraggio di affidarsi agli adulti.