Calcio Catania, Pulvirenti: "Chiedo scusa a tutti. Voglio tornare in Serie A"


 
Daniele Lo Porto

CATANIA – “Il mio sogno è tornare ad essere il presidente del Catania, se le vicende giudiziarie me lo consentiranno, in Serie A”. Sembra quasi una confessione quella di Nino Pulvirenti dopo un lungo mea culpa pubblico senza omissioni e attenuanti, che interrompe oltre due anni di silenzio. Chiede scusa a tutti, in particolar modo ai tifosi, per alcune decisioni che lui stesso definisce “scellerate” e per le dichiarazioni rilasciate poco prima che iniziassero le sue vicende giudiziarie e sportive legate allo scandalo I treni del gol. Il Catania precipitato dall’ottavo posto in Serie A, dietro le grandi e prima addirittura dell’Inter, alla Serie C senza che neanche se ne rendesse conto. “Mi sentivo in una centrifuga, non ero lucido, ho preso decisioni in contrasto con quanto ho sempre fatto,, a cominciare da Pablo Cosentino – ha dichiarato Nino Pulvirenti, ieri in sala stampa a Torre del grifo, davanti a giornalisti e telecamere – in conseguenza alla decisione di Sergio Gasparin di andare via prima del previsto, sarebbe dovuto restare due anni a Catania”.
Due anni e passa di silenzio ha detto lo stesso ex presidente etneo giustificati dai processi e, soprattutto, dall’attesa di una data importate, che è arrivata giovedì scorso: la chiusura della ristrutturazione dei debiti di Finaria, che consente adesso di pensare anche al futuro.
All’inizio visibilmente emozionato, affiancato da Pietro Lo Monaco che negli anni passati lo avrebbe voluto ammazzare, ma adesso lo protegge come un fratello maggiore, Nino Pulvirenti ha chiarito alcune vicende che lo hanno spinto a fare scelte sbagliate delle quali è ampiamente pentito e per questo ha chiesto ripetutamente scusa a tutto l’ambiente calcistico.
“Se fossi un tifoso mi guarderei con curiosità, con diffidenza, ma anche con speranza: ci sono stati momenti difficilissimi inutile negarlo, sono stati commessi degli errori gravissimi, ma anche nove anni esaltanti, avevamo imposto lo stile Catania meritandoci rispetto e ammirazione”, ha aggiunto Pulvirenti, che in questi anni, col suo patrimonio personale ha impedito che il Catania fallisse e, adesso, ha consentito fosse iscritto alla Serie C senza alcuna penalizzazione. “Non è stata un’operazione semplice – racconta Pulvirenti -: ho dovuto far rientrare in Italia dei capitali che avevo depositato all’esterno, approfittando del condono. Così ho potuto evitare il fallimento del Catania e iscrivere la squadra per due volte al campionato di Lega pro. Abbiamo avuto una penalizzazione per ritardati pagamenti, ma le falle erano troppe e non abbiamo potuto tapparle tutte. ma adesso sia qua, vivi e vegeti”. “Ecco perché dicevo che il Catania è tornato”, aggiunge Lo Monaco.
Sui Treni del gol Pulvirenti ha aggiunto: “Siamo stati gli unici ad essere stati condannati, con una sentenza più pesante rispetto a quella richiesta dal p.m. addirittura Abbotti, che era il nostro terminale, è stato assolto dal reato che ha noi ci ha portati in Lega pro. Dalle intercettazioni e dagli altri atti processuali ci siamo convinti che sul piano penale sono vittima di una truffa, naturalmente questo non fa venire meno la mia responsabilità morale”. “Pulvirenti è un tifoso che fa il presidente…”, aggiunge Pietro Lo Monaco con tono paterno. La strana coppia del calcio siciliano si è ricomposta, ironia del destino lo stesso giorno della promozione in Serie A.

 

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