Sottil lascia un Catania da ricostruire

 

 

 

 

 

 

Daniele Lo Porto

CATANIA – Finita la breve era Andrea Sottil, la successione sembra ristretta al ballottaggio tra  Carmine Gautieri e Sandro Pochesci. Il primo è in pole position, ma ci sono da risolvere due importanti nodi economici che probabilmente sono la causa della mancata ufficializzazione del nuovo tecnico, almeno fino alla tarda serata di ieri. Andrea Sottil ha un contratto biennale che scadrà nel giugno del 2020. E’ facile immaginare che il tecnico e la società stiano confrontandosi sulla possibilità di una risoluzione, ma questo è solo un aspetto, l’altro riguarda proprio il nuovo mister che chiederebbe anch’egli un contratto fino alla fine della prossima stagione, richiesta che non convincerebbe Pietro Lo Monaco.  Non è un problema di poco conto perché, come ha ricordato appena pochi giorni fa lo stesso Lo Monaco in una intempestiva conferenza stampa, il Calcio Catania da qui a metà marzo deve trovare 900.000 euro per fare fronte e varie scadenze e non è facile aggiungere questa ulteriore spesa  in un bilancio tendente al rosso. L’unica certezza al momento è la decisione, forse tardiva, ma ormai non più rinviabile, di sollevare dalla conduzione della squadra Andrea Sottil. La prestazione inqualificabile di Viterbo, sconfitta a parte, è stata la  goccia che ha fatto crollare la panchina che già scricchiolava pericolosamente da tempo. Difesa insicura con un sempre più irriconoscibile Pisseri, centrocampo privo di idee e, di conseguenze, punte spuntate. Nel taccuino della cronaca bisogna aspettare fino all’88′ minuti per poter annotare il primo tiro in porta dei rossazzurri, opera di Brodic entrano in campo al 65’. Troppo poco, anzi il nulla per una squadra che tramite capitan Marco Biagianti annunciava, fino a pochi giorni prima, di credere ancora nella promozione diretta, illusione condivisa dalla società. Troppo poco per una squadra alla sesta sconfitta in campionato, ancora una volta incapace di recuperare lo svantaggio. L’unica eccezione è stata la gara contro la Paganese, al Massimino. Si andava a Viterbo per “la partita della svolta” e, in effetti, la svolta c’è stata, ma non quella sperata. Dicevamo della prestazione ingiudicabile della squadra, è facile dire che abbia giocato contro l’allenatore. Ma non è che in questo campionato il Catania abbia mai vinto e convinto, tutt’altro.  È riuscito a farsi fischiare anche quando ha vinto. Al “Massimino” e non certo per pregiudizi della tifoseria.

Naturalmente non tutte le colpe sono dell’allenatore, ma se è mancata continuità di impostazione tattica, di prestazioni, di risultati qualche responsabilità alla panchina bisogna senz’altro attribuirla. E se è vero che i “senatori” Ciccio Lodi e Marco Biagianti stanno disputando, nonostante tutto, una delle loro migliori stagioni e anche vero che Marotta e Curiale sono i fantasmi di se stessi e come non ricordare la cattiva gestione di Di Grazia e di Marchese. Al nuovo tecnico l’arduo compito di ricostruire una squadra sul piano tattico e caratteriale, da qui ai play off.

Dal Giornale di Sicilia

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