È stata sgominata dalla Polizia, che ha eseguito 19 fermi, una banda di spacciatori di cocaina e marijuana che operava in varie zone d’Italia, ma che aveva una propria cellula operativa a Catania denominata “Viking” o “Supreme Vikings confraternity” e nel Cara di Mineo utilizzando il metodo mafioso.
I provvedimenti di fermo sono stati emessi dalla Procura distrettuale antimafia e ipotizzano, a vario titolo, i reati di associazione mafiosa, traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope e violenza sessuale aggravata. Le indagini condotte dalla Squadra Mobile di Catania hanno permesso di ricostruire struttura e ruoli del sodalizio che imponeva la propria egemonia sul territorio, opponendosi e scontrandosi con gruppi rivali al fine di assumere e conservare il predominio nell’ambito delle comunità straniere presenti all’interno del Cara di Mineo creando un forte assoggettamento omertoso. Durante le indagini sono stati intercettati dei rituali dai quali emergeva la fedeltà dei sodali alla confraternita.
Uno degli indagati è stato bloccato nel capoluogo etneo, un altro a Bergamo. Tutti gli altri sono stati fermati nel Cara di Mineo e rinchiusi nelle carceri di Catania Bicocca, Siracusa, Messina e Bergamo. Alcuni dei fermati avrebbero collaborato con i trafficanti di esseri umani in Libia. Nelle abitazioni di alcuni indagati sono state sequestrate una mannaia e grossi coltelli da cucina, dosi di marijuana e materiale per il confezionamento. Le persone fermate – tra cui tre donne – sono accusate di associazione mafiosa, traffico di sostanze stupefacenti o psicotrope e violenza sessuale aggravata.
In Nigeria si sarebbe radicato un ampio sodalizio criminale, poi diffuso in diversi stati europei ed extraeuropei. Un nigeriano – ospite del Cara di Mineo – ha denunciato aggressioni e una rapina subita da parte di suoi connazionali ospiti della struttura. Gli investigatori sono riusciti a registrare un rituale di affiliazione e intercettato un episodio di violenza sessuale di gruppo ai danni di una nigeriana ospite del Cara.
Il centro di Mineo era uno snodo per l’approvvigionamento dei pusher nigeriani che spacciavano a Catania, Caltagirone e Caltanissetta. Al vertice della consorteria ci sarebbe stato William Ihugba, 31 anni, tra i fermati; il gruppo operante a Catania e provincia sarebbe stato guidato da Kingrney Ewiarion, 22 anni, anch’egli fermato. Tra gli altri indagati emerge la figura di Anthony Leonard Izedonmi, 28 anni, fermato in provincia di Bergamo, punto di collegamento con le altre cellule della confraternita in Italia.
“Grazie alle Forze dell’Ordine e alla magistratura! Da parte mia, ribadisco l’impegno per continuare a ridurre gli ospiti nel Cara di Mineo e in tutti gli altri grandi centri, con l’obiettivo di svuotarli completamente”. Questo il commento a caldo del ministro dell’Interno Matteo Salvini che annuncia la chiusura della struttura catanese entro l’anno. Per quanto riguarda le presenze a Mineo al 25 gennaio 2018 erano 2.585 ospiti, al 25 gennaio 2019: 1.357 ospiti.
Posso dire, come operatore del diritto, che il Cara di Mineo, così come è stato concepito, è stato un grosso errore e questo credo che lo riconoscano tutti”. Lo ha affermato il Procuratore a Catania Carmelo Zuccaro rispondendo a una domanda sull’annuncio della chiusura. “Così com’è – ha aggiunto – il Cara non funziona assolutamente, non svolge il suo compito ed anzi diventa snodo per i traffici di sostanze stupefacenti, luogo nel quale entrano ed escono criminali e nel quale si svolgono episodi di una brutalità impressionante”. “Il racconto delle violenza sessuali subite da donne dimostra come all’interno della struttura purtroppo tutto vi è tranne che legalità. Questo è quello che pensa l’operatore del diritto. Il cittadino ha le sue opinioni”, ha concluso.
Dopo aver ringraziato le forze dell’ordine e la procura di Catania “per aver smantellato una cellula della mafia nigeriana di base al Cara di Mineo”, anche i deputati del M5s hanno ribadito la necessità di chiudere il centro. “La struttura è da tempo teatro di gravi fenomeni di marginalità, degrado sociale e illegalità. Già a settembre, avevamo chiesto e ottenuto di visitare il Cara, toccando con mano la situazione e registrando il motivo dalla crescente preoccupazione che genera quella struttura – hanno affermato -. Ecco perché, tra gli obiettivi del governo, c’è quello di chiudere il centro, come del resto sempre sostenuto dal Movimento in questi anni”.