Riceviamo e pubblichiamo.
CATANIA – Parlare di mafia in Sicilia non è cosi’ facile e generalmente per non arrampicarsi fra gli specchi si identifica il tutto con una certa gente che vive con affari illegali e con nessun scrupolo nell’usare la forza. Tutto sarebbe semplice, il dibattito diventerebbe quasi una fiaba con speranze e sogni nel cassetto; ma le parole del Magistrato Nicola Gratteri sconvolgono ogni teoria e pensiero sulla mafia. Gli intrecci dei burocrati a vita, dei politici e i mafiosi sono a portata di mano. In Sicilia rappresentano la regola, anzi un modo di vivere; un giorno un uomo delle Istituzioni mi disse riferendosi ad una retata di mafiosi” veda, sono come la gramigna si riproducono in pochissimo tempo, il nostro sforzo è tutto tempo perso“. Si è conclusa da poco la Festa di Sant’Agata, una bellissima festa, anzi una delle tre feste più belle del mondo, ma nessuno riesce a vedere e sentire. Tutti i politici, burocrati, chiesa e istituzioni sono ciechi e sordi, nessuno proprio nessuno si accorge di certi argomenti:
Cera, carne di cavallo, torrone, sfide fra candelore, fuochi d’artificio e rientri in cattedrale della Santa in orari fuori da ogni ragionevole comprensione. Ogni tanto c’e’ qualche giudice che vuoi o non vuoi interviene, costretto dagli eventi(vedi vittima nella salita di San Giuliano di qualche anno fa), ma il tutto resta immutato e immutabile per sempre, ogni anno restano solo titoloni di giornali locali dimenticati e superati dalla storia.
Semplicemente, la Cera può essere consegnata spenta; le Candelore possono seguire la Santa senza balletti; la Carne di cavallo e i Torroni potrebbero essere venduti in appositi spazi con tanto di controlli sanitari e fiscali; i Fuochi di piazza Risorgimento e di piazza Cavour con orari prestabiliti come quelli del tre febbraio (ore 20,00), a titolo esemplificativo alle ore 21.00 indipendentemente se la Santa e il relativo cordone siano presenti nella piazza o ancora per le vie adiacenti del percorso; che la Cattedrale alle ore 24.00 del cinque febbraio chiude le porte e la Santa se arriva in ritardo resta fuori dalla porta. I veri cambiamenti nella società, generalmente sono fatti da esempi e scelte, ognuno nel proprio doveroso lavoro e/o incarico, nella Festa di Sant’Agata nessuno proprio nessuno interviene e fa finta di niente. Alla stessa stregua nella società di oggi la mafia si impone ad ogni dignità , pronta a calpestare ogni uomo. L’intreccio è cosi’ ramificato che nessuno,ma proprio nessuno riesce ad uscirne fuori, tutto con riti e aspetti analoghi che si ripetono nella storia.
Nessuno riesce vedere oltre il proprio naso, senza tenere conto degli ultimi dei diseredati; dei tanti giovani laureati che ogni anno vanno fuori per cercare un dignitoso lavoro; della desertificazione della popolazione siciliana , oltre ai giovani anche i padri stanno incominciando ad emigrare; delle autostrade ridotte a colabrodo; delle ferrovie ancora nel 2020 con un solo binario; di quasi tutti i Comuni siciliani in default (vedi Catania); del maggior numero di fruitori del reddito di cittadinanza; del non avere un programma pluriennale su come sviluppare il turismo siciliano; della infinita burocrazia; delle cartelle pazze con un non responsabile che paga con le proprie tasche(a Catania circa 70.000); della reintroduzione del voto nelle inutili provincie con la ciliegina che fra loro politici si auto eleggono con un voto interno ai Comuni; degli infiniti incarichi ai soliti consulenti e professionisti(di oggi le notizie degli incarichi nelle autostrade siciliane e degli incarichi effettuati dagli onorevoli della Regione Siciliana) e per finire e non andare lontano delle strade siciliane completamente obsolete (un esempio incredibile le enormi buche delle strade della zona industriale di Catania“).
Una cosa ci consola, per la prima volta nel 2020 il sindaco di Catania, il vescovo di Catania e i notabili catanesi hanno visto i fuochi di artificio con la gente e fra la gente, il balcone centrale del Comune di Catania è rimasto sbarrato, per effetto di una delle determine sindacali che guarda caso i burocrati hanno scritto contro loro stessi e che nessuno si è accorto che il divieto era anche per loro. Un giorno non molto lontano ci sarà un’onda d’urto(la gente) spazzerà questi inutili meccanismi e tutti gli intrecci pseudo mafiosi della meschina società odierna per dare spazio alla legalità, alla dignità ed infine per ridare un pezzo di pane ai poveri e bisognosi, maltrattati, afflitti, stremati dalle forze e disprezzati da tutti.
Carlo Cittadino, presidente dell’Associazione Beato Cardinale Dusmet