Castiglione preferisce il giudizio immediato

CATANIA – Ha chiesto e ottenuto dal gip di Catania, Santino Mirabella, il giudizio immediato il sottosegretario all’Agricoltura, Giuseppe Castiglione, che esce così dall’udienza di rinvio a giudizio del 28 marzo prossimo sugli appalti per la gestione del Cara di Mineo. Castiglione, all’epoca dei fatti presidente della Provincia di Catania, fu nominato ente gestore per tutto ciò che riguardava i servizi da erogare ai richiedenti asilo ospitati nell’ex villaggio per le famiglie dei militari statunitensi in servizio a Sigonella: un giro di affari da 100 milioni di euro l’anno, più la possibilità di gestire centinaia di posti di lavoro tramite il sistema delle cooperative controllato – secondo l’accusa – da Paolo Ragusa.
“Ho scelto io stesso il rito immediato – spiega Castiglione – perché ritengo che questa vicenda debba essere sottoposta, al più presto ️e nel più breve tempo possibile, al vaglio del Tribunale con tutte le garanzie difensive previste dal codice di rito e dalla Costituzione, per pervenire a una sentenza di assoluzione”.
L’on. Castiglione (Ncd) si dice “sicuro di poter radicalmente smentire l’ipotesi accusatoria, dimostrando l’infondatezza di tutte le contestazioni, a dir poco fantasiose, che mi vengono addebitate” e che “al termine di questa dolorosa vicenda, la mia dignità morale e la mia attività amministrativa, sempre improntata alla legittimità e alla trasparenza, riceveranno giustizia”.

Dalle indagini effettuate dalla Procura di Catania, alla luce delle dichiarazioni di Luca Odevaine (nella foto con Castiglione e Ragusa), che ha avuto un ruolo di cerniera tra le vicende del Cara e Roma, tanto da entrare nell’inchiesta “Mafia capitale” il grande accusatore di Castiglione, l’attuale sottosegretario all’Agricoltura, avrebbe tratto beneficio in termini di consenso elettorale.

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