Ambiente, Crocetta scivola sui rifiuti e la Procura indaga

CATANIA – Una richiesta di rinvio a giudizio, a breve sarà fissata l’udienza preliminare, e una indagine in fase di conclusione che potrebbe concludersi con la stessa richiesta della Procura di Catania. L’ex presidente della Regione, Rosario Crocetta, potrebbe dover rispondere due volte all’accusa per lo stesso reato: “traffico illecito di rifiuti”. La prima vicenda riguarda l’autorizzazione firmata nel 2016 per gli impianti della Cisma Ambiente di Melilli (Siracusa), la seconda le discariche della Oikos, nelle contrade Tiritì e Valanghe d’inverno, nel territorio di Motta S. Anastasia, ma vicinissime al centro abitato di Misterbianco (Catania). La richiesta di rinvio a giudizio sulla Cisma di Melilli riguarda, oltre Crocetta, 12 persone. Al centro dell’inchiesta l’autorizzazione concessa affinché i rifiuti prodotti giornalmente in venti comuni del Siracusano e del Palermitano fossero conferiti nella discarica di Melilli, che riceveva solo rifiuti speciali. Un appalto da 3,6 milioni di euro per il periodo luglio 2016-marzo 2017.

“L’ex presidente della Regione ha dimostrato – ha dichiarato a La Sicilia il suo avvocato, Vincenzo Lo Re – di aver firmato le ordinanze dopo aver ricevuto dettagliate relazioni tecniche e anche l’autorizzazione da parte dell’Asp. Continuiamo a essere certi dell’estraneità di Crocetta a ogni accusa”. Vicenda analoga per le discariche di Motta S. Anastasia, parte di una più complessa indagine sulla gestione amministrativa e ambientale della società. Oikos che fu sequestrata al titolare Domenico Proto, arrestato nel 2014 in un’inchiesta per corruzione dei magistrati di Palermo. Per un’interdittiva antimafia disposta dall’allora prefetto di Catania, Maria Guia Federico su richiesta dell’Anac, l’azienda è stata per oltre due anni in amministrazione giudiziaria. Tra gli undici indagati vi sono, oltre al figlio di Proto, Orazio, consulenti e funzionari pubblici, anche i tre commissari prefettizi (Stefano Scammacca, Maurizio Cassarino e Riccardo Tenti) che gestirono l’azienda durante il periodo di sequestro, prima che venisse restituita ai proprietari, nel 2017, in seguito ad una sentenza del Consiglio di giustizia amministrativa.

D.L.P. 

Dal Giornale di Sicilia

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