CATANIA – L’indagine denominata Giano bifronte ha permesso di scoprire un buco di dieci milioni di euro. È quello che avrebbero provocato dei titolari di casa per anziani: titolari che sarebbero legati alla massoneria e ad associazioni antimafia avrebbero distratto fondi regionali per la gestione di un Istituto di cura per anziani e disabili. Per loro l’accusa è associazione a delinquere finalizzata alla distrazione di fondi.
Il provvedimento restrittivo, emesso dal Gip nei confronti di cinque indagati nell’ambito di un’inchiesta sulla gestione di fondi regionali coordinata dal procuratore Carmelo Zuccaro, è in corso di esecuzione da parte di personale della Dia di Catania, diretta da Renato Panvino, supportato dai centri operativi di Palermo, Reggio Calabria, Caltanissetta e dalla sezione di Messina.
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