Catania, blitz della polizia da Librino a Vaccarizzo

Catania, blitz della polizia da Librino a Vaccarizzo

CATANIA – La presenza sul territorio per contrastare il crimine è l’obiettivo primario della polizia di Stato, in modo incisivo ed efficace. È questo il caso del commissariato Librino, i cui agenti hanno svolto diversi servizi nelle aree di loro competenza, concentrandosi su tutte quelle tipologie di reato che rappresentano un vulnus all’attività della pubblica amministrazione, rappresentando un notevole ostacolo ai servizi resi ai cittadini. I quartieri interessati sono quelli di Librino, Villaggio Sant’Agata, Vaccarizzo, Zia Lisa, San Giorgio, Villaggio Primo Sole. Nell’ambito dell’attività di controllo del territorio, infatti, hanno rilevato numerose situazioni di illiceità, contestando ben 49 reati: 20 persone sono state denunciate per truffa aggravata finalizzata al conseguimento di erogazioni pubbliche. Inoltre, sono state accertate molteplici attività commerciali totalmente abusive, molte delle quali erano state allestite in immobili di proprietà o del Comune di Catania o dell’Istituto autonomo case popolari. S

Si tratta, principalmente, di parrucchieri, minimarket, ristoranti/bar, negozi di vendita di casalinghi e di antiquariato ed officine meccaniche. Sono stati controllati 24 esercizi commerciali, di cui 17 totalmente abusivi. Chi aveva le “carte in regola” si è reso responsabile di fatti illeciti: il reato più comunemente contestato è stato l’invasione di terreni e di vie pubbliche, che ha portato all’occupazione illegale una superficie pubblica pari a complessivi 1670 mq.

È stata accertata l’abusiva posizione di custodi/portieri di stabili – una persona, tra i vari casi, era stata assunta “in nero” da 20 anni -, che percepiscono indebitamente il reddito di cittadinanza e il sussidio della carta Rei. È emersa anche la circostanza di una persona che, oltre gli assegni legati alla separazione, percepisce in nero lo stipendio da banconista di un bar e che era anche in possesso di carta Rei.

In diversi altri casi, sono stati indagati interi nuclei familiari, sempre per truffa aggravata per il conseguimento delle erogazioni pubbliche: al fine di fare percepire un sussidio economico a uno dei parenti, per poi fruirne tutti, hanno falsamente attestato di essere disoccupati, iscrivendosi persino nelle liste di disoccupazione presso l’Ufficio di collocamento.

Molteplici sono stati anche i risultati raggiunti in materia di violazioni codice della strada, essendo stati eseguiti numerosi fermi amministrativi di ciclomotori per mancanza dell’uso del casco o di copertura assicurativa.

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