Daniele Lo Porto
CATANIA – Cinica e opportunista, ma anche sensuale e innamorata. E’ la signora delle camelie proposta al Teatro Brancati in questi giorni. Un atto unico, circa 90 minuti intensi di spettacolo con quattro protagonisti sul palcoscenico. Ricca di sfumature l’interpretazione di Marianella Bargilli (Margherita), donna sfortunata, vittima di se stessa e del tempo raccontato da Alexander Dumas figlio, sconfitta anche quando riscatta se stessa scegliendo l’amore per l’appassionato Armando (Ruben Rigillo) e rinnegando il ruolo, comodo, di mantenuta. Brava anche Silvia Siravo, Prudenza, amica fedele e disillusa della sua padrona. Appena sotto tono, almeno nella prima, Carlo Greco, il padre di Armando, non sempre sul giusto registro. Essenziale la scenografia, vivacizzata dal gioco di luci che crea diverse atmosfere e ambienti, ma uno sforzo in più andava fatto per evitare la continua, ripetitiva presenza degli attrezzisti per collocare e rimuovere due sedie e un tavolino, le cui continue incursioni sul palcoscenico distraggono lo spettatore. Misurata la regia di Matteo Tarasco, eleganti e tradizionali, con appena un tocco di trasgressione i costumi, d’atmosfera le musiche di Mario Incudine, d’ispirazione verdiana.
Si replica al Teatro Brancati fino al 23 dicembre.