Catania è povera

Catania è povera

CATANIA – Aumenta il numero di poveri in città, sempre più italiani, molti dei quali si trovavano in una condizione di “normalità” prima che succedesse qualcosa di traumatizzante per la loro esistenza (la perdita del lavoro, la separazione), si allarga la fascia del disagio sociale, che spesso ha bisogno più di una parola di conforto, di un sostegno morale piuttosto che di un intervento materiale. Il report della Caritas diocesana è lo specchio di una situazione sempre più difficile da gestire perché i casi aumentano in modo esponenziale e si cronicizzano. E’ sempre più difficile uscire dal tunnel della disperazione, dell’emarginazione, uscire dal girone degli “ultimi”. Un dato concreto, tangibile, matematico, è dato dalla quantità dei pasti, la prima necessità vitale di un uomo o di una donna, che sono stati distribuiti nel corso del 2018.

“A pesare maggiormente, nel complesso degli interventi, sono state le due mense che hanno garantito circa 200mila pasti in un anno agli ultimi della città, considerando i pranzi della Beato Dusmet (quattro volte a settimana), le cene dell’Help Center (da lunedì a sabato, domenica pranzo), e l’unità di strada (oltre 23mila pasti consegnati ai senza fissa dimora tutti i giorni dell’anno)”. In risalto nel rapporto della Caritas diocesana di Catania anche i numeri della colazione (da lunedì a sabato all’Help Center) e dei due Centri di ascolto (Cda) “dedicati ad aiutare gli assistiti, utilizzando strategie di supporto che prevedono anche interventi economici”. Diverse – secondo il rapporto – le tipologie di utenti che si rivolgono ai due Cda: quasi esclusivamente catanesi in via Acquicella (circa 2mila assistiti), con lieve preponderanza straniera all’Help Center (4.500 utenti). Don Piero Galvano, direttore della Caritas diocesana, afferma: “Tutti siamo Chiesa, nessuno escluso, e tutti, ognuno secondo le proprie possibilità, dobbiamo ‘farci prossimo’ dei bisognosi. La comunità ecclesiale, dinanzi alle molteplici povertà esistenziali, non può restare indifferente, ma si deve innanzitutto interrogare su cosa è possibile fare e, con l’aiuto della preghiera, deve impegnarsi a trovare risposte adeguate ai problemi del nostro tempo”. Salvo Pappalardo, responsabile dei servizi in Caritas diocesana, sottolinea che “in Caritas si avvertono i segnali della crisi e questi numeri confermano una tendenza negativa che negli ultimi anni ha visto una decisa crescita dei poveri nella nostra città”. Nel corso del 2018 la distribuzione  degli interventi si è ripartita, infatti, in porzioni quasi eguali tra italiani e stranieri (40% di questi extracomunitari). La crescita degli utenti catanesi ha determinato l’aumento della povertà, secondo i dati dei  servizi Caritas, che è complessivamente triplicata nel corso dell’ultimo quinquennio. Salvatore Gristina, arcivescovo di Catania, sottolinea che «L’Osservatorio delle Povertà e delle  Risorse ha lo scopo di coinvolgere fattivamente la Comunità diocesana in  una rilevazione capillare dei bisogni umani e spirituali del territorio insieme alle risorse in esso presenti, per un intervento pastorale mirato, tempestivo, efficace e sempre più qualificato». Proprio di recente un’altra struttura della Chiesa, l’Opera diocesana assistenza, per non far mancare servizi essenziali ai disabili, ha svolto per due mesi attività di competenza del Comune, che però non poteva fare fronte in seguito alla dichiarazione di dissesto e alla mancanza di liquidità.

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