Morbillo, la vaccinazione prima di tutto


 
 
Daniele Lo Porto

CATANIA – “Contro le malattie virali l’unica arma è la prevenzione, cioè le vaccinazioni. Il vaccino non è solo un obbligo di legge, ma direi di più: è un dovere morale per difendere i propri cari, ma anche la comunità nella quale si vive e, non ultime, tutte le persone con le quali si può avere un contatto. Mandare a scuola, ad esempio, un bambino non vaccinato, equivale a un’aggressione verso gli altri compagnetti”. Sergio Pintaudi, direttore del Dipartimento di Emergenza e urgenza dell’Arnas “Garibaldi” di Catania, è diretto e concreto come la sua specializzazione scientifica gli impone.

Solo la prevenzione o ci sono anche strumenti culturali da adottare per combattere le epidemie?

“Adesso tutti si curano rivolgendosi al dottor Google: su internet si trova tutto e in molti pensano di potersi curare da soli e di rinunciare al medico. Poi si alimentano equazioni vaccinazione=autismo sulle quali non vale neanche la pena soffermarsi. Sono convinto che è fondamentale recuperare il rapporto di fiducia che esisteva una volta tra il medico di famiglia, come si chiamava una volta, o di base, ed i suoi assistiti. Un rapporto diretto, di attenzione, quasi di quotidianità e sicuramente di grandi fiducia, appunto”.

– Professore, possiamo parlare di una “emergenza morbillo”?

“In Sicilia è in atto una vera e propria epidemia di morbillo. A Palermo si può dire conclusa, a Siracusa è nella fase finale, mentre nella provincia di Catania dovrebbe registrare dati importanti fino a giugno, dopo che nel settembre-ottobre del 2017 ha raggiunto il picco più alto. Nel nostro solo Ospedale dal primo gennaio ad oggi abbiamo rilevato 218 casi, ma si tratta di un dato evidentemente solo parziale”.

Due casi mortali in pochi giorni, perché?

“Le vittime erano “a rischio” perché soggetti ad altre patologie e rientrano, purtroppo, nella casistica che vede i casi di mortalità (3 su 10.000) in soggetti al di sotto dei 5 anni o al di sopra dei 20 anni. A Catania l’epidemia sta durando di più, consideri che il morbillo è una delle malattie con il più alto tasso di contagio: un malato può trasmettere il virus ad altre 18 persone”.

La diffusione può essere alimentata dalla presenza di migranti che provengono da aree geografiche dove non viene effettuata la “vaccinazione di gregge”, come si dice in termini tecnici?

“No, assolutamente. Consideri che la facilità di mobilità nella nostra società consente ad una persona di spostarsi da una parte all’altra del pianeta in poche ore e questa possibilità riguarda una massa enorme ogni giorno. Non a caso le epidemie una volta si diffondevano molto lentamente mentre adesso si propagano con grande velocità”.

Dal Giornale di Sicilia

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