Giovanna e Vera, le "mamma coraggio" dal ministro Bonafede

CATANIA – Sono due “mamma coraggio”, condannate all’ergastolo del dolore da quando le loro figlie sono state uccise, una, Giordana, dal fidanzato geloso fino alla follia, l’altra, Laura, dal padre accecato dalla separazione dalla moglie, già condannato in Appello all’ergastolo . Da quel giorno hanno trasformato le loro esperienze in una sorta di missione, per predicare il rispetto, la comprensione e aiutare donne di qualsiasi età a percepire i segnali premonitori di una possibile esplosione di violenza mortale. Vera Squadrito, di Nicolosi, e Giovanna Izzo, di San Giovanni la Punta, sono state ricevute dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, grazie all’interessamento della deputata catanese Simona Suriano (M5s), che ha raccolto il desiderio di Vera Squadrito di poter esporre di persona le difficoltà che devono affrontare quotidianamente.

“Noi familiari abbiamo bisogno di assistenza psicologica ed economica che devono essere garantite per legge, specie per gli orfani delle donne vittime di violenza”, hanno sottolineato Vera Squatrito e Giovanna Zizzo. Il ministro Bonafede ha ascoltato con partecipazione e assicurato il suo impegno. “Le mamme finalmente hanno avuto un interlocutore attento e sensibile”, – ha dichiarato Simona Suriano – “Il ddl ‘codice rosso’ per dare una corsia preferenziale ai casi di denuncia per stalking e violenza domestica è un passo importante, adesso occorre lavorare sull’accessibilità ai fondi per le vittime di violenza domestica”.

D.L.P.

Dal Giornale di Sicilia

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