Vittorio Emanuele III, re del Novecento

Vittorio Emanuele III, re del Novecento

CATANIA – “Regnando Vittorio Emanuele III nel 150° della nascita”, frase scolpita sul frontone del Palazzo della Borsa di Catania, è anche il tema di un interessante e dòtto convegno svoltosi la mattina di sabato 26 ottobre nel refettorio piccolo delle Biblioteche riunite “Civica e Ursino Recupero” di Catania, organizzato dalla Delegazione di Sicilia degli Ordini Dinastici della Real Casa di Savoja nonché dall’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon Ispettorato per la Sicilia, con il patrocinio dell’Istituto per il Nastro Azzurro, della Legione Garibaldina coordinamento per la Sicilia e della Associazione Nazionale del Fante sezione di Catania.

Nonostante l’allerta meteo, l’evento ha veduto una amplissima partecipazione di pubblico qualificato ed interessato, insigniti degli Ordini dinastici sabaudi, autorità militari dell’Esercito della città di Catania (quali il Comandante del CEDOC e il rappresentante del 62° reggimento di Fanteria Sicilia), una folta delegazione di Infermiere della Croce Rossa Italiana e numerosi esponenti di associazioni d’Arma, i quali hanno potuto apprezzare le intense relazioni dei convegnisti, coordinate dal delegato magistrale degli Ordini dinastici,  avvocato Francesco Atanasio. Col saluto della direttrice delle Biblioteche, dottoressa Rita Carbonaro, che ha gentilmente ospitato e permesso l’evento (la cui struttura organizzativa è stata curata dal cavaliere, dottor Francesco Giordano), il convegno ha svelato la figura del Re che dominò il Novecento italiano ed europeo, in molte parti del suo lungo percorso statuale e politico.

L’ammiraglio Sebastiano Ponzio si è soffermato sulle onorificenze del regno di Re Vittorio, evidenziando quanto esse siano state varie e rispondenti alle esigenze del periodo e come la successiva Repubblica si sia ispirata anche nei disegni e nelle definizioni, alle insegne del tempo regio. L’avvocato Antonello Forestiere, di Augusta ove è direttore del Museo della piazzaforte, ha illustrato la nota “riforma Baistrocchi” che negli anni Trenta mutò le divise degli ufficiali in maniera anche scenografica ma decisiva, con l’ausilio di immagini proiettate appositamente. Così il dottor Davide Truscello, delegato INGORTP per Messina, nella sua tematica sulla rinascita della città dello stretto dopo il terremoto del 1908 e l’opera benefica del Sovrano e della Regina Elena in quel frangente tragico, ha rilevato quanto la comunità messinese, edificata con criteri assolutamente non scientifici nel periodo borboniano, crollò del tutto e venne ricostruita con la modernità che il tempo e le tecniche del periodo consentivano.

Infine, dopo l’intervento di saluto del commendatore Giuseppe Restifo Ispettore di Sicilia INGORTP, il quale ha ricordato quanto sia antico il legame della Sicilia con Casa Savoja, poiché sin dal medioevo esponenti della casata fossero imparentati con gli Svevi che crearono il primo regno moderno in Europa, il dottor Francesco Giordano, commissario AssoFante per Catania nonché coordinatore per la Sicilia della Legione Garibaldina; ha voluto precisare la figura laica e moderna del Re Vittorio, esplicitando il suo amore per il popolo, specie per le classi più umili, rammentando la scelta politica precipua di indirizzare i suoi governi -Zanardelli appena asceso al trono e particolarmente il primo governo socialista dall’Unità d’Italia, quello di Bonomi nel 1921- verso una direttiva sociale e rispondente ai bisogni della popolazione di quel tempo; se le sue spoglie la Repubblica consentì giustamente di trasportare in Italia nel dicembre 2017, esse non vennero onorate come meritava il Re del Piave e di Vittorio Veneto, il Re Fante e Soldato (diversamente da altre nazioni, come la Romania, che hanno celebrato in morte i loro Sovrani); sottolineando che durante le visite effettuate dal Re a Catania, egli e la Regina non mancavano mai di recarsi nei reparti dell’Ospedale Vittorio Emanuele e nel pediatrico Costanza Gravina (oggi insensatamente soppressi e trasferiti fuori dal centro storico) a visitare i piccoli malati, come avveniva per la Casa del Sole, ricovero dei bambini tubercolotici ubicata alla Playa; così in quegli anni le opere liriche avevano delle caratteristiche popolari e nelle stagioni estive si svolgevano non solo al Teatro Bellini ma nello spazio dello stadio di Cibali, perchè migliaia di convenuti, a fini educativi, potessero assistervi, diversamente da adesso quando una certa politica sta lentamente silenziando verso la morte, il Teatro Bellini; ha concluso con  la frase del proclama del Re del 25 luglio 1943: “l’Italia ritroverà la via della riscossa!”. Proiettato, infine un video dell’Istituto Luce  dell’ultima visita “del Re Imperatore” in Sicilia del dicembre 1942, quando la popolazione, stremata dai bombardamenti e ansiosa della fine del conflitto scellerato, vedeva nel Sovrano l’unico in grado di salvare la Patria, come poi avvenne.

Il breve ma raffinatissimo intervento musicale del maestro chitarrista Davide Sciacca (il quale ha suonato due   innanzi la Famiglia reale britannica e dal Consolato italiano di Liverpool è stato nominato consulente per gli eventi culturali) ha concluso, con le magiche note di Bellini e Mascagni, ha concluso la conferenza.

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