La festa di Sant'Agata a numero chiuso


 
 
Daniele Lo Porto

CATANIA – La notte di capodanno piazze blindate, Università e Duomo, per misure di normale ordine pubblico, ma anche per

prevenire atti di terrorismo

Transenne, accessi presidiati, metal detector, divise in gran numero, compresi i militari dell’esercito dell’operazione “strade sicure” che hanno collocato i loro mezzi per evitare eventuali tentativi di sfondamento. Misure che si potrebbero definire “eccezionali”, conseguenza di quanto successo a Torino mesi fa in occasione di una partita di calcio trasmessa su un maxi schermo. Folla oceanica, tifo da stadio, ma in una piazza, effetto panico e conseguenze disastrose. Dopo quella notte di dolore è stata emanata la “Circolare Gabrielli”.

Tutto è filato liscio e

i 9.000 fortunati che sono entrati nell’area “blindata”

si sono goduti la piazza e lo spettacolo organizzato dal Comune e dedicato a Vincenzo Bellini, in ordine e tranquillità. Anche le bottiglie, vietate da un’ordinanza sindacale, sono rimaste al di là delle transenne. Un “esperimento” che potrebbe essere riproposto in occasione della festa di sant’Agata, un evento che richiama decine di migliaia di persone, che invadono . quasi senza controllo – il centro storico per quasi tre giorni, decidendo i ritmi della città e i tempi della festa religioso, con il rientro del fercolo con le reliquie della patrona sempre più tardi, facendosi gioco delle ordinanze  sindacali – come il divieto di accendere i cerei – e l’invito delle autorità religiose di rispettare la tabella di marcia consolidata da decenni, prima che l’anarchia prevalesse sul buon senso.

Ecco, riteniamo opportuno che il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, d’intesa con il Comitato dei festeggiamenti agatini, predisponga un piano “blindato” nel tempo e nello spazio per

“imporre” il rispetto delle regole

oltre che per garantire la pubblica incolumità. Certo, il “pubblico” della sera di capodanno in piazza Università è ben diverso da quello che si riverserà prepotentemente lungo via etnea e nelle strade della processione il 3 e 4 febbraio, ma un segnale riteniamo debba essere dato e non c’è occasione migliore per garantire la sicurezza fisica di migliaia e migliaia di persone che potrebbero correre seri rischi per un attimo di panico

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