Sbarco in Sicilia 1943, veicoli militari d'epoca al Museo


 
 
 
 
 

CATANIA – Una gloriosa Moto Guzzi del Regio Esercito Italiano, una Jeep statunitense fabbricata a scopo militare nel 1942 e alcune BMW con sidecar, in dotazione all’aviazione tedesca al tempo dell’ultimo conflitto mondiale, hanno “invaso” gli spazi antistanti il Museo storico dello Sbarco in Sicilia -1943. Li attendevano figuranti equipaggiati, armati e abbigliati con le divise d’epoca di quattro eserciti: italiano e tedesco, inglese e statunitense. Il loro arrivo, alle Ciminiere, ha costituito l’ultima tappa della rievocazione storica, organizzata in occasione dei 75 anni dallo sbarco, che ha preso avvio lo scorso 8 luglio a Monreale e ha toccato alcuni dei principali luoghi (ponte sul Dirillo tra Gela e Vittoria, Porto Palo, Pachino, Ragusa, Modica ecc.) che hanno visto lo scontro tra opposti eserciti dal fatidico 10 luglio 1943 sino al successivo 17 agosto che segnò la conclusione della battaglia di Sicilia.

“Il Museo storico dello sbarco in Sicilia è lieto di continuare a collaborare con chi ha organizzato, con passione e accuratezza, la rievocazione. La presenza dei veicoli militari, che ci offrono un piccolo spaccato della tecnologia dell’epoca, e dei figuranti, perfetti nelle loro uniformi, aggiungono molto ai temi storici trattati dal Museo. Il 75° anno dall’Operazione Husky deve essere occasione per gli appassionati di storia, per i giovani e gli adulti, di contestualizzare meglio quegli avvenimenti” ha dichiarato il sindaco metropolitano Salvo Pogliese, che ha aggiunto: “Un altro appuntamento con la storia si è quindi aggiunto al calendario di eventi che abbiamo realizzato per commemorare l’Operazione Husky”.

La manifestazione rievocativa è stata coordinata dall’Associazione storico culturale – Gruppo di rievocazione storica “Husky 1943”, nata tre anni fa a Siracusa. Il presidente, Nicola Di Benedetto, ha scelto per sé la divisa di paracadutista dell’82a divisione aviotrasportata che combatté con molte perdite a Ponte Dirillo, il 10 luglio 1943. “L’anno prossimo – ha detto – parteciperemo alla rievocazione dello Sbarco in Normandia”.

“Ho conosciuto la vera durezza dello Sbarco in Sicilia nel luglio del 2013 quando, grazie a Carmelo Nicosia ed Ezio Costanzo, ho avuto l’opportunità di conoscere ed ospitare colui che la storia, quella vera, l’aveva fotografata 70 anni prima ed era egli stesso storia vivente: Phil Stern. Lui, che da fotografo e soldato aveva visto e vissuto il dolore, ora, a 92 anni, mi mostrava il suo dolore maturo e consapevole – ha dichiarato Ornella Laneri -. Da allora è partito il progetto della Fondazione Oelle, che presiedo, avviato con l’apertura del Phil Stern Pavilion: un’area collegata al Museo dello sbarco che ospita settanta scatti inediti che i figli ci hanno voluto donare, nei quali Phil Stern ci racconta, con emozione, un popolo, il nostro popolo, quello siciliano. Il progetto continua e si concretizza adesso con “Area43 Sicily Landing District”, per scoprire, valorizzare i giacimenti culturali e storici della nostra Sicilia e metterli in rete -anche con l’ausilio delle nuove tecnologie- raccontando in modo emozionante e immersivo la complessità dei territori e l’affascinante vita di uomini e donne durante quella campagna militare che durò 38 giorni e fu l’inizio del ritorno delle democrazia e della libertà in Italia e In Europa”.

Una considerazione meritano i proprietari di moto militari d’epoca giunti dal Nord Italia (Modena, Faenza, Villapoma in provincia di Mantova) per partecipare alla rievocazione dell’Operazione Husky, assieme a collezionisti del luogo. Tutti costoro hanno illustrato le caratteristiche dei mezzi, acquistati con faticosa ricerca in Italia e all’estero, ancora circolanti nonostante il remoto anno di fabbricazione.

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  1. Caro Direttore , prima di farti avere la MIA VERITA`PERCHE` VISSUTA IN PRIMA PERSONA , sullo sbarco in Sicilia , ti chiedo gentilmente di dare una risposta a questo mio quesito : PERCHE`TANTE MEDAGLIE AL VALORE CIVILE AI PARTIGIANI E NESSUN RICONOSCIMENTO AI VALOROSI SOLDATI DI STANZA IN SICILIA DURANTE LO SBARCO ? Aspetto con molto interesse .

  2. Caro Turi, forse perchè lo sbarco in Sicilia fu una sconfitta per tutti. Per gli angloamericani che commisero tantissimi errori, a cominciare dal “fuoco amico” che provocò migliaia di vittime, soprattutto tra aliantisti e paracadutisti, e per i generali e ammiragli italiani che tradirono i propri soldati. Questa è una mia, personalissima, e stringata analisi. Convenne a tutti, quindi, nei decenni successivi, dimenticare quei 38 giorni di ferro e fuoco in Sicilia. Solo in questi ultimissimi anni, un decennio circa, si sta cercando – faticosamente – di riscrivere la vera storia. Uno storico, intervenuto al convegno del 10 luglio alle Ciminiere, ha detto, a proposito delle stragi degli americani con vittime inermi: solitamente è la nazione colpevole a voler dimenticare e fare dimenticare, non quella vittima. in Italia è successo esattamente il contrario.

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