Operazione Aetna, dopo il "caso Ultima tv" per la Cgil "il mercato dell'informazione locale deve essere libero da pressioni"

CATANIA – Dopo il caso giudiziario dell’editore Mario Ciancio – ancora in corso- a cui sono stati sequestrate le aziende editoriali, la magistratura catanese oggi indaga sul rapporto tra il gruppo  dell’imprenditore-editore Francesco Russo Morosoli, nella foto, le possibili pressioni sulle istituzioni locali e il sistema delle gare d’appalto. La Cgil di Catania, pur rimanendo garantista e sempre  fiduciosa che la magistratura  faccia presto emergere la verità, esprime  solidarietà a tutti i lavoratori del gruppo e ai giornalisti che nei mesi scorsi sono stati coinvolti in dinamiche ancora da indagare ma in ogni caso di confronto ostile con il loro editore; in questi giorni il sindacato ha però avuto l’opportunità di confrontarsi pubblicamente con l’ assemblea regionale dell’Assostampa siciliana.

 È stata un’occasione preziosa affinché  venga subito riaperto un confronto non più rimandabile che tenga conto di una ricostruzione di un giornalismo oggi sopraffatto da ricatti, licenziamenti facili e dallo sfruttamento in testate cartacee e web, nonché in uffici stampa, con pagamenti “a pezzo” che ricordano il cottimo di antica memoria senza la tutela di un contratto giornalistico. A Catania il giornalismo e la comunicazione di tipo giornalistico devono essere liberi da ricatti e baratti di ogni  tipo.  I sindacalisti catanesi della Cgil sono certi che affinché ciò possa divenire una chiara realtà, è necessario collaborare tra le diverse identità  sindacali, ragionando su nuovo modelli di impresa e vigilando insieme su ogni risvolto.

1 Comment

  1. E ora , dopo che avro`esposto il mio parere su questa vicenda di editori
    ” prepotenti o mafiosi ” , corro il rischio di essere cancellato da qualche amico ; purtroppo sono fatto cosi e non cambiero` mai . Comincio con il dire che ai miei tempi , in Italia , nel giornalismo non esistevano categorie e sindacati per i giornalisti e si andava d’amore e d’accordo fra editori e giornalisti . Certo esistevano i casi in cui un direttore sbatteva fuori un suo giornalista , ma vi posso garantire che cio` avveniva sempre per giusta causa : era ” sceccu “, o che un giornalista piantava in asso il suo editore per altri lidi anche qui per giusta causa : MONEY. Non si sono mai verificati gesti eclatanti e tutto e`proceduto al meglio . Oggi con il sacro santo attestato che i novelli giornalisti fanno parte di una ” CASTA ” – e non ditemi che non e` vero -, sono diventati intoccabili con l’aiuto delle varie sigle sindacali (a questo punto penso di avere perso un amico ). In CANADA come negli USA non esiste alcun ordine di giornalisti ne sindacati a loro difesa . Se una persona sa scrivere bene e il suo fare e` gradito ai lettori , comincia una lotta fra editori per accaparrarselo in maniera anche aggressiva : MONEY . Ma come si riconosce , mi direte voi – che un individuo e` un giornalista ? ; semplicissimo , quando il direttore di una testa giornalistica scrive una letterina alla POLIZIA dichiarando che il ” signor tal dei tali ” e` un suo giornalista . Allora gli viene rilasciato ufficialmente dalla polizia , un tesserino con scritto maiuscolo e in neretto ” MEDIA PASS for 1379 ” e sotto – cosi tanto per dare l’idea – Sapienza Turi CORRIERE CANADESE e le rispettive firme ; il tutto corredato dalla foto che l’addetto poliziotto fotografo ti ha sparato in faccia ( allampanantuti ) . Quanti nomi di padri e figli si possono scoprire fra i giornalisti italiani . Anche Vittorio Feltri , gran giornalista , direttore di LIBERO , alcune settimane addietro , a tal proposito ebbe a esprimere un suo pensiero su questo argomento quasi scusandosi perche` anche lui ha un figlio giornalista – ma non lavora in LIBERO – ebbe a scusarsi , ma in altra testata . E poi , cosi tanto per chiudere con qualche risata , se si pensa che anche un certo LUIGINO DI MAIO – passato alla storia per il suo modo originale di usare il ” CONGIUNTIVO ” , si puo` trovare iscritto nell’albo dei giornalisti professionisti italiani , altro che ” CASTA ” . Giornalisti italiani : SCUSATE IL MIO ARDIRE MA PENSO DI STARE DALLA PARTE DELLA VERITA`.

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