Licenziato si vuole vendicare con una bomba incendiaria: arrestato


 
 
 

Daniele Lo Porto

CATANIA – Un cedimento psicologico, dovuto probabilmente a problemi familiari, che ne hanno condizionato il rendimento sul lavoro, tanto da provocarne il licenziamento. Potrebbe essere questa la causa del gesto irresponsabile di Alessandro Ferrari, 47 anni, operatore informatico dell’Ospedale Garibaldi centro, licenziato la settimana scorsa, che ha cercato di provocare un incendio all’interno del locale CED, il cuore della rete informatica dello stesso ospedale. Una vendetta che però non è riuscito a concretizzare finendo, invece, agli arresti domiciliari. Un gesto disperato, pensato e realizzato con lucida follia sotto la pressione di un forte stress, apparentemente incomprensibile per un dipendente come tanti altri, almeno fino a poco tempo fa.

Il provvedimento di licenziamento gli era stato notificato mercoledì 4 luglio, come effetto della Legge Madia, dopo un provvedimento disciplinare. Sembra che a Ferrari in precedenza, in diverse occasioni, siano state contestate delle timbrature irregolari. In sostanza risultava al lavoro mentre in realtà non c’era. Episodi che avrebbero provocato più di un richiamo verbale da parte dei superiori, segnali però ai quali l’informatico non avrebbe dato importanza. Poi, davanti al fatto compiuto, avrebbe deciso di vendicarsi. Il venerdì successivo, introducendosi con un badge non suo, sarebbe entrato all’interno della struttura e non potendo accedere tramite la porta al CED, ha pensato di forzare un vetro antisfondamento al quale si accede tramite una terrazza. All’interno del locale ha collegato un ordigno incendiario rudimentale composto da flaconi di plastica pieni di benzina e una “miccia” collegata ad un timer ed al sistema elettrico che si sarebbe dovuta innescare nella notte tra domenica e lunedì. Sembra che l’ attivazione del “salvavita” dell’impianto elettrico abbia interrotto la corrente impedendo l’esplosione, che avrebbe avuto un effetto solo all’interno del locale, e il blocco dei computer che i dipendenti il lunedì successivo non riuscivano a far funzionare. Da qui la scoperta dell’artigianale ordigno incendiario.

Alessandro Ferrari è stato riconosciuto grazie alle immagini dell’impianto di videosorveglianza, che lo hanno ritratto al momento in cui entra con un sacchetto di plastica che conteneva flaconi e benzina e all’uscita, quando era ben visibile un pc che aveva prelevato dall’ufficio. Camuffarsi con un berrettino non è stato sufficiente a nascondere la sua identità e il fisico facilmente riconoscibile.

Per il primo sopralluogo, dopo che è stato dato l’allarme sul posto, son giunti gli agenti della squadra Mobile, personale del Nucleo artificieri e del Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica. Dopo aver rintracciato l’uomo i poliziotti hanno perquisito la sua abitazione e trovato il computer rubato. L’inchiesta è stata coordinata dalla Divisione reati contro le persone diretta dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo. Il gip ha convalidato il fermo e l’indagato è stato posto agli arresti domiciliari con l’accusa di fabbricazione di un ordigno di tipo incendiario, trasportato in luogo pubblico. E’ stato denunciato, inoltre, per il furto del pc.

Dal Giornale di Sicilia

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