di Katya Maugeri
CATANIA – «Spesso prestiamo attenzione a notizie banali. Notizie sciocche se non addirittura false, quando la maggioranza degli italiani, addirittura i catanesi stessi, ignorano fatti veri e gravissimi che accadono accanto a loro». Oriana Papparlardo è stanca e arrabbiata. Umiliata e sconfortata, come le altre 13 famiglie catanesi sfollate.
Era la notte del 20 gennaio quando tra via Castromarino e via Plebiscito, parte di una palazzina è improvvisamente crollata su sé stessa. Macerie, nulla più.
«Tutto è accaduto, probabilmente in concomitanza con il passaggio della talpa per lavori per la realizzazione di un nuovo tratto della metropolitana. Così è crollato parzialmente un palazzo storico del 1867, ristrutturato a regola d’arte dai proprietari. Da quel momento per noi e altre 13 famiglie è iniziato un calvario, racconta alla redazione di Sicilia Network. Sfollati dalle nostre case di proprietà, comprate e ristrutturate a norma con immensi sacrifici, a volte di più generazione e totalmente abbandonati dalle istituzioni. Il comune di Catania e la protezione civile, infatti, non hanno fornito nessun tipo di assistenza.
Abbiamo pagato di tasca nostra un paio d’ore in un albergo dove ci aveva mandato proprio la protezione civile, dopo aver trascorso 5 ore al freddo, in pigiama e senza nemmeno coperte termiche, anziani e bambini compresi. Poi, abbiamo recuperato qualche vestito e i nostri animali domestici il 25 gennaio solo grazie all’aiuto dei pompieri.
Da quel momento chiediamo di aver di nuovo accesso alle nostre case, perché non abbiamo nemmeno un ricambio di vestiti adatti alla stagione, quelli che abbiamo sono in prestito o regalati da amici e parenti. Sono proprio loro privati cittadini che ci hanno dato un tetto sulla testa durante la quarantena, quando nessuno, tranne due consiglieri del M5S, si sono degnati di fare almeno una telefonata per sapere se avevamo bisogno di qualcosa.
I nostri avvocati lottano con una giustizia che latita. Dopo 4 mesi le indagini risultano contro ignoti e ciò, dopo il lockdown, è diventata la nuova scusa per non fare nulla per noi. È vero che ci hanno miracolosamente inseriti nel bonus famiglia di 280 euro ma questi soldi non sono ancora arrivati e possiamo solo usarli per affittare una casa, ma è praticamente impossibile.
Nessuno affitta case a famiglie con minori e animali domestici in estrema difficoltà come noi. Molti di noi hanno da pagare il mutuo di quella casa, intatta, ma dichiarata inagibile dal comune.
Anche qui un mistero: per il Pm 9 case su 14 erano fruibili già dal 20 febbraio, perché invece il comune ce le ha intedette?chi ha fatto i rilievi per stabilirlo? I nostri tecnici non di sicuro, ma i tecnici della CMC, ditta che sta realizzando i lavori della metro.
È necessario dunque che tutti sappiano che cosa ci sta succedendo, perché ciò sarebbe potuto accadere a qualsiasi cittadino catanese e, se i lavori metro continueranno come finora, c’è il rischio che si ripeta di nuovo e stavolta il morto potrebbe scapparci sul serio. È chiaro che è proprio perché miracolosamente siamo tutti vivi che chi di dovere se la prende comoda, ignorando il massacro psicofisico a cui anche i nostri figli sono sottoposti.
Chiediamo a gran voce giustizia, vogliamo che il palazzo sia messo prima possibile in sicurezza e in tempi brevi; che sia controllato il sottosuolo affinché chi ha la casa apparentemente intatta, possa rientrare in serenità e chi purtroppo l’ha persa abbia una adeguata sistemazione a spese di chi ha fatto il danno e di chi ci doveva tutelare e aiutare. Abbiamo diritto di riprendere a vivere».