Amministrative, il compleanno del candidato sindaco Salvo Pogliese


 
 
Daniele Lo Porto

CATANIA – Il regalo di compleanno se lo è fatto, con la complicità di tutti i big del centrodestra, con due giorni di anticipo: la candidatura a sindaco di Catania. Salvo Pogliese non ha ancora avuto il tempo di smaltire tutti i messaggi pervenuti sul telefonino dopo l’annuncio allo Sheraton, che oggi subirà un’altra alluvione di auguri per il suo 46esimo compleanno. L’età giusta per correre per conquistare la fascia tricolore a Palazzo degli elefanti, dopo quasi trent’anni di politica e amministrazione in tutti i livelli istituzionali: da Comune di Catania, alla Provincia, alla Regione, l’esperienza a Bruxelles per poi tornare, spinto dall’entusiasmo e dalla passione, nella sua città.

“Ma chi te lo fa fare?

Gli ho chiesto, ma non c’era neanche bisogno di aspettare la risposta: lui ama Catania, il Calcio Catania e Sant’Agata. Sono la sua vita”, si lascia scappare un suo “padrino” politico col quale da anni pedala in tandem sui tornanti della politica, tra salite e sprint a gomitate. La famiglia è un valore sacro, custodito con pudore, l’altra passione – nota a pochi – è il collezionismo: soldatini di piombo, prevalentemente della Seconda guerra mondiale. Un hobby inconsueto per un giovane, ma che ha valori e interessi storici. E, a proposito, di passioni: ma un giorno – ipotizziamo che quella fascia la indossi nella prossima primavera –

continuerà ad andare al “Massimino” in Curva

o dovrà optare per la  Tribuna autorità, magari con sciarpa rossazzurra al collo?

C’è tanta coraggiosa incoscienza o incosciente coraggio nel tuffarsi anima e corpo in una campagna elettorale difficilissima, ma più difficile sarà l’esito dell’eventuale successo. La città è degradata, verrebbe da dire più il centro che le periferie, come ha mostrato impietosamente Matrix. Corso Sicilia è una terra di nessuno, dove nonostante la battaglia quotidiana che combattono i nonni vigili urbani, a vincere sono le truppe fresche e sempre ben rifornite degli ambulanti abusivi, indipendentemente dalla parlata dialettale o dalle pelle di diverso colore. E nelle case fatiscenti, murate con cemento e pudore ipocrita per allontanare le prostitute, lo spaccio di droga avviene a cielo aperto, in pieno giorno, da pusher africani. Berlusconi ha promesso in diretta tv l’arrivo di Berlolaso, nuovo santo protettore aggiunto della città, ma forse ci vorrebbero anche i corpi d’elite delle nostre forze armate e l’esercito della salvezza.

Non sarà facile fare il sindaco in una città dove il bilancio è una sorta di cruciverba irrisolvibile

dove le grandi opere le fanno gli altri enti (Metropolitana in primis), pronte però a concedere spazi di visibilità (nastri da tagliare) a un sindaco presenzialista nei grandi eventi e assenteista nella quotidianità. L’abbattimento del Ponte Gioeni avrà probabilmente un effetto devastante sul voto di Enzo Bianco, bravo sì ad abbellire piazze e marciapiedi (con i soldi dei privati, spesso), ma frettoloso nel creare un buco nero nel già precario sistema viario cittadino. Non basterà una fontana, per quanto bella, a risarcire decine di migliaia di catanesi che nel serpentone della circonvallazione hanno trascorre ore, giorni, settimane.

Salvo Pogliese ha energie fisiche adeguate, una solida copertura politica, collaudata esperienza di amministrazione. Tutte le premesse per fare bene. Forse dovrà stare attento a non assecondare troppo l’interessata conversione di tanti, troppi, centrosinistri che già prima delle elezioni regionali avevano cambiato casacca o, solo per opportunità, hanno tenuto il vessillo del Pd fino a oggi. Allo Sheraton verrebbe da dire che c’erano più riconvertiti, senza pudore, che fedeli della prima ora.

Ma, per ora, auguri!

 

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