Minacce e aggressioni alla madre e alla sorella disabile: arrestato ventenne drogato

 

 

 

Daniele Lo Porto

CATANIA – Le mani strette attorno alla gola della madre minacciando di soffocarla, dopo un crescendo di urla, minacce, schiaffi. Carceriere della donna e della sorella disabile fin dalla nascita che rinchiude per ore nelle loro stanze. Protagonista un ragazzo di vent’anni C.L. , drogato, che è stato arrestato da agenti della sezione di Polizia giudiziaria su mandato della Procura. Per lui l’accusa è di maltrattamenti in famiglia ed estorsione aggravata. Il giovane, infatti, costringeva con violenza fisica e psicologica la donna a dargli i soldi necessari a comprare le dosi e quando la madre cercava di opporsi reagiva con una violenza incontrollabile.

Il provvedimento restrittivo è stato eseguito al termine di un’intensa attività investigativa coordinata dalla Procura e condotta dalla Polizia di Stato che ha riscontrato sui continui maltrattamenti commessi ai danni della madre e della sorella e reiterati nel tempo. Il ragazzo non solo pretendeva i soldi per soddisfare la sua esigenza di droga, ma addirittura in alcuni casi aveva chiesto alla genitrice di accompagnarlo dallo spacciatore. Ogni tentativo di opporsi da parte della madre provocava atti di violenza che andavano dalla distruzione di suppellettili della casa, al danneggiamento dei vetri delle porte dell’abitazione, alle minacce con le armi nei confronti sia della madre che della sorella disabile, fino ad arrivare a sequestrare le due donne all’interno dell’abitazione vietando loro di uscire dalle rispettive camere da letto. Dopo le formalità di rito il ventenne è stato condotto presso la casa circondariale di piazza Lanza. Da lì potrebbe cominciare un periodo di riabilitazione in una comunità terapeutica per superare la dipendenza da stupefacenti. Già nelle scorse settimane si sono verificati altri casi di genitori vittime di figli drogati, che alla fine – dopo anni di sofferenze – si sono decisi a denunciare i propri figli diventati dei veri e propri aguzzini.

“Un figlio vittima di una dipendenza è difficile da gestire per i genitori, soprattutto se diventa aggressivo e violento. Una madre spera che subendo in silenzio la prima volta il problema si risolva, ma poi c’è la seconda e la terza e si innesca un circuito vizioso dal quale è difficile uscire”. A parlare è Rosy Leonardi, psicoterapeuta: “il genitore cerca anche di comprendere e giustificare i comportamenti del figlio violento, si chiede e colpevolizza sul perché sia dipendente alla droga o ad altro. L’affetto sicuramente incide sull’unica scelta ragionevole da fare: denunciare il caso. Prima rivolgendosi al SERT, in questo caso una vera e propria richiesta di aiuto per sé e per la persona vittima della dipendenza, ma spesso il timore di venire estromessi dalla vita del figlio è un forte ostacolo da superare. E poi, extrema ratio, la denuncia alle forze di polizia, quando ci si rende conto del pericolo reale che corrono altri familiari, come in questo caso la sorella disabile”.

Dal Giornale di Sicilia

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