Catania senza Villaggio di Natale, gli artigiani degli eventi di strada reagiscono alla crisi da Covid

Catania senza Villaggio di Natale, gli artigiani degli eventi di strada reagiscono alla crisi da Covid

di Saro Faraci

CATANIA – Sarà un Natale diverso quest’anno. In una atmosfera lontanamente evocativa del clima di festa, anche a Catania. Appena pubblicato il nuovo DPCM che ha stabilito le nuove regole su spostamenti e assembramenti nel periodo natalizio, è certo fin d’ora che molti operatori economici che attendono da sempre questa stagione di vendite per prendere una boccata d’ossigeno si troveranno di fronte il mostro della crisi economica.

Ad esempio, tanti piccoli artigiani del nostro territorio, apprezzati notoriamente per estro e fantasia. Questa volta dovranno dimostrare di possederli non tanto attraverso i loro pregevoli manufatti artistici ma piuttosto inventandosi nuove occasioni di commercializzazione dei prodotti.

Ne abbiamo discusso con Olga Scaglione, 50 anni, vice presidente dell’associazione di artigiani Le Pulci di Città che opera a Catania. Laureata in Economia nel nostro Ateneo, dopo un periodo lavorativo trascorso presso uno dei più apprezzati tour operator siciliani, Olga Scaglione ha sempre operato nell’ambito di organizzazione di eventi, prima nel settore congressuale per la gestione di eventi incoming, più recentemente come imprenditrice si è specializzata nell’allestimento di eventi su strada.

«Il filo conduttore della mia carriera lavorativa è sempre stato l’amore per la Sicilia. Ho scelto, infatti, di restare a lavorare nella mia isola lasciando da parte altre possibilità altrove», ci dice subito con un pizzico di orgoglio

– Lei è vice Presidente dell’associazione Le Pulci di Città. Quando è nata l’associazione? Per quali finalità è stata costituita? Quali eventi in passato ha organizzato?

«La mia associazione, di cui è Presidente la signora Brigida de Klerk, è nata nel 2015 con l’obiettivo di creare eventi su strada in cui far risaltare il lavoro dei bravi artigiani locali e le loro tradizioni. Abbiamo deciso, sin da subito, di organizzare i nostri mercatini esclusivamente su strada valorizzando il centro storico di Catania. Abbiamo iniziato con piccoli eventi per crescere anno dopo anno fino ad arrivare nel 2019 al Villaggio di Natale in piazza Università»

– Come è andata quell’esperienza? Quanti stand sono stati allestiti? Quanti artigiani e hobbisti hanno partecipato? C’è stato un grande riscontro di pubblico e conseguentemente di vendite?

«Lo scorso anno siamo riuscite a vincere il bando “Centriamo il Natale” promosso dall’amministrazione comunale. Con enorme soddisfazione ci siamo trovate a gestire un evento mai realizzato prima a Catania. E’ stato un mese esaltante, con un calendario fitto di eventi dedicati in prevalenza ai bambini con laboratori, musica e giocolieri. Hanno partecipato più di 100 artigiani siciliani con 79 casette in legno di varie dimensioni. Mi ricordo che, in special modo durante il fine settimana, sembrava di rivivere il clima della festa di Sant’Agata. Eravamo tutti stupiti da come la città avesse accettato con entusiasmo il Villaggio. Il suo successo è andato oltre le nostre aspettative»

– Quest’anno per via della pandemia, l’evento non potrà ripetersi. E’ previsto qualche altro format alternativo, magari nel rispetto delle norme di distanziamento e del divieto di assembramento?

«Quest’anno il Comune aveva già indetto il bando quando, a novembre a seguito delle nuove disposizioni, è stato costretto a ritirarlo. Siamo tuttora in attesa di capire se sia possibile organizzare un mercatino, in piccolo, per una decina di giorni a ridosso del Natale. Abbiamo, di recente, avuto occasione di parlarne anche con il Presidente Musumeci che ben ha compreso le necessità dei nostri soci artigiani. In realtà, per noi realizzare un evento su strada che sia rispettoso delle regole di distanziamento e di sicurezza, sarebbe semplice»

– In che modo esattamente?

«Le Pulci di Città hanno ripreso l’attività da fine maggio applicando tutti gli accorgimenti necessari a far fronte all’emergenza Covid. Abbiamo esposto, con i nostri artigiani, fino a fine ottobre lavorando nelle traverse di via Etnea tra luci e scenografia prima estiva e poi autunnale. Eravamo pronte per Halloween quando è arrivato lo stop da parte del Prefetto»

– Artigiani e piccoli operatori economici aspettano il Natale per poter dare un po’ di ossigeno alle loro attività economiche, di norma in difficoltà anche in tempi normali, a maggior ragione adesso con la crisi economica da pandemia. Come pensa che questa categoria fronteggerà il periodo di Natale che sta per arrivare?

«La mancanza di un mercatino di Natale per gli artigiani è realmente un disastro. Lei pensi che si preparano per quasi un anno al Natale, acquistando il materiale ed avviando la produzione sin dall’estate. Oggi quindi gli artigiani hanno in magazzino prodotti che non sanno dove e come vendere. Molti di loro si stanno cimentando anche con le vendite on line ma non è semplice. Internet dà tante possibilità ma, siamo sinceri, il contatto umano è altra cosa. Il sorriso e la gioia nel presentare i propri prodotti di persona, sono impagabili. Noi non smettiamo di sperare»

– L’artigianato, specie quello artistico, è uno di quegli ambiti che ruota intorno ad altri business come il turismo, la ristorazione, gli eventi, etc.. che sono tra i più colpiti per via delle misure restrittive in atto. In pochi hanno evidenziato finora che anche il comparto dell’artigianato è stato messo in ginocchio dalla pandemia. Al di là di ristori e altre misure compensative, cosa poter fare per questa categoria per evitare una moria di imprese quando la pandemia finirà?

«Lei ha ragione. Agli artigiani non ha pensato nessuno di coloro che ci governa. Penso a Roma che non ha previsto alcuna forma di aiuto economico per questa categoria, che al pari del turismo e degli altri eventi, ha subito un arresto brusco. Tra l’altro il mondo dell’artigianato è strettamente legato al turismo. Basti pensare all’effetto calamita che un evento artigianale riesce ad avere. Al nord e all’estero ci sono tour pensati proprio per visitare i mercatini di Natale»

– Ed invece da noi?

«Il nostro sogno era che accadesse anche per Catania, proprio nel 2020. Non appena ce ne sarà data la possibilità, noi siamo pronte a far ripartire la macchina. Sottolineo però che viene lasciato tutto all’intraprendenza di noi imprenditori e degli stessi artigiani. Nessun aiuto ci viene riconosciuto»

– L’amministrazione comunale di Catania vi è venuta incontro in qualche modo in questo momento di grande difficoltà per tutti?

«Purtroppo non dipende dall’amministrazione comunale riconoscerci un aiuto economico. A parte il fatto che abbiamo un Comune in dissesto, questo e la Regione si devono muovere sempre all’interno della cornice dettata dal Governo nazionale. L’aiuto comunale si concretizza nella gran voglia di fare. Il Sindaco in primis, l’assessore alle attività produttive poi, sono persone entusiaste che ben accolgono ogni iniziativa che porti luce e vita alla città. E questo non è da poco»

– Pensa che l’esplosione del commercio elettronico che ha interessato molti settori potrà estendersi anche all’artigianato, e a quello artistico in particolare?

«Alcuni artigiani si stanno cimentando con le vendite on line. Sin da marzo io ho registrato alcuni brevi video, tutt’ora presenti nella pagina Facebook Le Pulci di Città, in cui ho spiegato passo passo come aprire uno shop su Etsy.com Si tratta dell’unico portale dedicato esclusivamente all’artigianato. Il portale è americano e quindi la maggior parte dei clienti è oltreoceano e questo apre al mercato mondiale. Io li sto aiutando, anche adesso, nella gestione degli shop ma non è semplice. Le difficoltà sono molte, non ultimo le spedizioni con i relativi costi. Non credo possa essere questa la soluzione»

– Quando torneremo alla normalità, sarà probabilmente una normalità diversa. Gli artigiani che rimarranno ancora operativi cosa avranno imparato da questa terribile esperienza? 

«Che dire? Noi speriamo che questo Natale resti solo un ricordo ma credo che alcune abitudini acquisite in questo 2020 resteranno. Penso alla distanza fisica tra l’artigiano ed il pubblico ma mi auguro che, quanto meno, il cliente possa ammirare il sorriso di chi gli propone il proprio prodotto»

photo credits: Roberto Viglianisi

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