Daniele Lo Porto
CATANIA – La causa è sempre la stessa: la mancanza di manutenzione ordinaria e straordinaria da anni. Una situazione particolarmente grave quando riguarda strutture “sensibili”, che ospitano personale che opera l’ordine e la sicurezza pubblica, spesso fuori dall’ambito cittadino e sempre in condizioni disagiate. Comprensibile, quindi, la protesta del Siap, il sindacato degli appartenenti alla Polizia, di Catania che ha rilanciato l’attenzione sulle precarie condizioni di sicurezza e vivibilità della Caserma “Rinaldi” di corso Italia, dove fa base il Reparto Mobile della Polizia di Stato. Il sindacato a fine luglio ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica riguardo le condizioni strutturali generali della caserma, parzialmente chiusa per pericolo di cedimenti di ambienti interni, e ha inviato copiosi verbali di sopralluogo al dipartimento di Pubblica Sicurezza, alla Prefettura e infine anche un appello al sindaco di Catania, Salvo Pogliese.
“Ma nulla è bastato per far intervenire chi di dovere per i dovuti interventi – spiega il Siap -. I poliziotti al rientro dai servizi, come quelli fatti al porto in occasione del “caso Diciotti”, non possono fruire neppure dei bagni della caserma né tanto meno possono cambiarsi di abito in macchina, visto che i piazzali interni sono chiusi e non rimane che parcheggiare fuori pagando la sosta. Presenteremo queste istanze di protesta al responsabile/proprietario della struttura chiedendo interventi a tutela dei poliziotti”.
L’immobile è di competenza della Città metropolitana, ex Provincia, che negli ultimi anni, in seguito alle gestioni commissariali, ma soprattutto a causa dei prelievi forzosi da parte dello Stato, ben 63 milioni di euro solo nel 2017, che ha portato l’Ente sull’orlo del dissesto.
DLP
Dal Giornale di Sicilia