CATANIA – La “premonizione” di Vittorio Sgarbi si è puntualmente avverata e lo sgarbo istituzionale consumato: Laura Sicignano è la nuova direttrice del Teatro Stabile di Catania. L’annuncio della nomina è stato dato, nel corso di una conferenza stampa, nel ridotto della sala Verga, dal presidente del Teatro Stabile, Carlo Saggio, insieme alla vicepresidente Lina Scalisi e agli altri componenti del Consiglio di amministrazione, Loredana Lauretta, Raffaele Marcoccio e Fabio Roccuzzo, alla presenza dei rappresentanti dell’Assemblea dei Soci.
“Il Teatro Stabile di Catania – ha sottolineato Carlo Saggio, a nome di tutto il Cda – volta definitivamente pagina. Pur con le difficoltà legate alla carenza dei finanziamenti, si apre una fase di maggiore fiducia e serenità che consentirà di puntare al rilancio dell’ente sulla base della riconquistata credibilità e sulle ali di un progetto artistico e culturale di alto spessore. Siamo in attesa del provvedimento del Tribunale relativo al piano di ristrutturazione del debito, che consentirà di accedere operativamente al Ris, il fondo di rotazione regionale, per fare fronte al deficit pregresso, procedendo al saldo dei creditori. Al contempo è stato raggiunto un altro fondamentale obiettivo, quello di operare nella pienezza degli organi statutari, primo fa tutti il direttore, individuando con una rigorosa selezione una figura di spicco come Laura Sicignano, alla quale auguriamo buon lavoro e assicuriamo piena collaborazione. In sei mesi, dall’insediamento ad oggi, il Consiglio ha operato per sostenere la ripresa dell’ente, portando avanti la strategia avviata dal commissario straordinario Giorgio Pace, al quale va il nostro ringraziamento. Lo Stabile è finalmente fuori dal tunnel di una lunga crisi; già da gennaio un coordinatore amministrativo, Valerio Caltagirone, direttore dell’Ersu, vigilia sulla regolarità e congruità degli atti. E la grande, comune vittoria è quella di avere tutelato i lavoratori e garantito l’occupazione”.
Sul “padrinaggio” politico del ministro Franceschini, il presidente Saggio è telegrafico: “Non c’è stata nessuna pressione politica. Qualora ci fossero state le avremmo respinte”. Smentisce anche l’interessata: “Non sono mai stata iscritta ad alcun partito, e non sono amica del ministro Franceschini. Sono stata candidata alle regionali ma come un’indipendente. E’ stata un’esperienza utile che mi è servita per capire tante cose”. Adesso dovrà “capire” anche Catania e la Sicilia.
“Trovo limitativo e un pò provinciale criticare qualcuno solo perchè non siciliano. Credo che possiamo trarre nuova linfa creativa anche da altre culture e percorsi artistici. La palude dove lo Stabile per decenni ha vissuto ha avvelenato tutto l’ambiente teatrale – dichiara il regista Guglielmo Ferro -. Forse una brava professionista al di fuori delle logiche locali, potrà riavviare e ravvivare il movimento teatrale catanese che in passato ha avuto tanti onori. Nostro dovere, credo, è mettere nelle condizioni migliori la nuova direttrice per fare un buon lavoro. Alla fine credo che ci siamo meritati di non dirigere lo Stabile. Buon lavoro e in bocca al lupo”.
“La scelta di un direttore che viene da fuori non è un male in sè, ma in una città con una forte passione e competenza teatrale, con una tradizione da riportare in auge si giustificherebbe solo con un fuoriclasse tipo Lamberto Puggelli, all’epoca inopinatamente fatto fuori dai politici di turno – ricorda Enrico Iachello, già preside della facoltà di Lettere dell’Università di Catania – . Se così non è, come pare, si rivela l’ennesima ingerenza dei politici che scelgono una regista “de sinistra”, fondatrice di un teatro “de sinistra”. Non se ne sentiva la mancanza. e si crea in loco un effetto depressivo anzichè di stimolo e promozione. ma queste sono sottigliezze per i nostri politici di turno che badano al sodo. O meglio al saldo. le proteste di Sgarbi però mi sembrano fuori luogo: difende Moni Ovadia pretestuosamente”, conclude Iachello.