Commissione antimafia, Claudio Fava: "Catania, città indagata e sotto processo"

Commissione antimafia, Claudio Fava: "Catania, città indagata e sotto processo"

CATANIA – “Catania in questo momento è una città indagata, sotto processo, sotto osservazione giudiziaria”, afferma il presidente della Commissione regionale Antimafia, Claudio Fava, al termine delle audizioni in prefettura, aggiungendo: “Mi riferisco all’università, alla sua storia istituzionale e alle vicende legate all’ipotesi di falso in bilancio negli ultimi quattro anni, a un ex governatore della Regione che sarà giudicato nei prossimi giorni, a uno dei più grossi editori del Mezzogiorno indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. Una quantità di urgenze giudiziarie che ci fa capire come questa città resti una storia da raccontare”. Inoltre, “le attività economiche, l’investimento, il mercato finanziario, la presenza in significativi rami d’impresa sono controllati dai vertici delle famiglie mafiose. La loro autorevolezza, il peso che continuano ad avere dipende dal fatto che continuano ad essere il centro di comando del potere economico e la capacità della ‘famiglia’ Santapaola – Ercolano di “essere ancora l’asse portante della geografia mafiosa nella provincia”, condizione che determina “consenso sociale”.

E tra gli interessi della criminalità organizzata, “speculazioni immobiliari, terreni agricoli che, con varianti e ‘semafori verdi’ della struttura amministrativa, diventano edificabili e sede di centri commerciali, finanziamenti da fondi coesione, intestazioni fittizie di beni e centri scommesse” e ancora “i falsi braccianti, i parcheggi abusivi e il settore della raccolta di rifiuti”, definito “un buco dentro il quale occorrerebbe guardare a causa delle proroghe concesse dalle amministrazioni comunali alle imprese con provvedimenti di somma urgenza quando emergenza non vi era”. Claudio Fava ha inoltre parlato della “sofferenza del tessuto imprenditoriale sano che rischia di essere soffocato da impedire colluse”. Catania per
Fava è una città di “spazi e territori contesi, dove la crisi economica è diventata crisi sociale, con 31 zone a rischio e dove
esistono piazze di spaccio distribuite tra famiglie che convivono in sufficiente armonia”.

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