Coop Sicilia, Ugl: "Troppi licenziamenti e contraddizioni"

CATANIA – “Riteniamo esoso e sproporzionato il numero di esuberi comunicato da Coop Sicilia per la sola provincia di Catania. Le 273 unità, a prescindere dalla forma di contratto applicata, sono troppe se commisurate al piano di licenziamenti proposto in sede di trattativa aziendale.” Lo dicharano il segretario provinciale della Ugl terziario di Catania Carmelo Catalano ed il suo vice, nonché rappresentante sindacale presso la Coop, Vito Tringale, che puntano il dito contro la carenza di valide motivazioni e soprattutto nei confronti delle numerose contraddizioni che presenta tutto il prospetto presentato dai vertici dell’impresa operante nel settore della grande distribuzione organizzata nella regione. “Ci sono evidenti incongruenze tra la cifra relativa all’esubero ed il fatturato realizzato nell’ultimo anno nei punti vendita interessati. Basti pensare che molti di essi sono in attivo, avendo totalizzato somme ben più consistenti rispetto all’anno precedente se pur in piena emergenza in termini di organico, a causa della fuoriuscita di dipendenti per diverse questioni – aggiungono i sindacalisti. In più sono state prospettate nuove aperture, motivo per cui non si comprende come mai il personale, peraltro formato, ma definito come “esubero” non possa trovare invece collocazione in questi punti vendita che dovranno sorgere presto a Catania e provincia. Non si capisce neanche il senso di questa procedura, quando di recente sono state effettuate assunzioni. Oltretutto abbiamo suggerito la possibilità di salvaguardare, attraverso l’estensione del diritto di prelazione, alcuni di questi lavoratori nel caso in cui i supermercati, dove prestano servizio, dovessero trovare un nuovo acquirente. Ma non abbiamo ricevuto risposta! Siamo convinti che la proposta avanzata da Coop Sicilia sia interamente da rivedere e, per questo motivo, nell’incontro del 7 luglio ci aspettiamo una riformulazione che possa tutelare il diritto al lavoro per questi dipendenti e dar vita ad un nuovo piano industriale che, al contrario preveda il potenziamento dei punti vendita, attualmente sotto organico, che stanno producendo risultati brillanti.”

 

 

 

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