Sono ventisette gli istituti penitenziari dove si stanno svolgendo proteste da parte dei detenuti, alcuni dei quali chiedono l’amnistia a causa dell’emergenza coronavirus.
Tentativo di evasione dal carcere Ucciardone a Palermo. Alcuni detenuti per protesta hanno tentato di divellere la recinzione dell’istituto di pena per cercare di fuggire. Il tentativo è stato bloccato dalla polizia penitenziaria. Il carcere è circondato dai carabinieri e polizia in tenuta antisommossa. Anche le mura del carcere sono presidiate. Le strade attorno al vecchio carcere borbonico sono chiuse. Ieri sera la protesta contro lo stop alle visite in carcere per l’emergenza coronavirus era scattata anche al Pagliarelli, il secondo carcere di Palermo. Qui i parenti dei detenuti hanno bloccato il traffico e manifestato davanti ai cancelli. Come all’Ucciardone anche al Pagliarelli i reclusi gridavano “indulto indulto”.
Gravi disordini si registrano anche nei carceri di San Vittore a Milano e di Rebibbia a Roma, dove – oltre a bruciare diversi materassi – alcuni reclusi avrebbero assaltato le infermerie. Lo riferisce il sindacato di polizia penitenziaria.
Assalti, da parte dei detenuti, alle farmacie negli istituti penitenziari: due detenuti sono morti per overdose a Verona e Alessandria e, come riferisce il sindacato di polizia penitenziaria, le vittime per overdose rischiano di aumentare nelle prossime ore.
Al carcere di San Vittore, a Milano, un gruppo di detenuti era salito sul tetto della struttura gridando “Libertà, libertà”. Nel carcere è poi entrata la polizia penitenziaria in assetto antisommossa. Le strade e le vie limitrofe sono state bloccate e chiuse al traffico.
A Foggia i detenuti sono riusciti a salire sul tetto: alcuni sono riusciti a rompere il cancello e a uscire in strada, e sono evasi rubando le macchine del personale. Una “situazione apocalittica” secondo gli agenti penitenziari. I detenuti sarebbero riusciti a prendere il controllo di intere aree del carcere. Nel carcere di San Vittore a Milano i detenuti sono saliti sul tetto: da alcune celle del lato Sud si alzano colonne di fumo provenienti dall’interno e causate dall’incendio di alcune masserizie ed oggetti. Dall’interno del penitenziario provengono urla e suoni indistinti provocati dal battere incessante contro le grate e i muri, così forti che sembrano quelli di un cantiere edile a pieno regime. Sul posto sono arrivate le volanti di Polizia.
A Modena, la protesta ha provocato tre morti, mentre altre persone hanno perso la vita nelle carceri dove erano state trasferite. Tre decessi in più dunque rispetto a quanto comunicato precedentemente dall’amministrazione penitenziaria, secondo cui non ci sarebbe alcun segno di lesione sui tre corpi. Due decessi, infatti, sarebbero riconducibili all’uso di stupefacenti, mentre il terzo detenuto è stato rinvenuto in stato cianotico, di cui non si conoscono le cause.