Coronavirus e sovraffollamento carcerario, le proposte delle Camere penali

Coronavirus e sovraffollamento carcerario, le proposte delle Camere penali

Riceviamo e pubblichiamo.

Le Camere Penali del Distretto di Corte d’Appello di Catania, doverosamente premesso che in ogni tempo e in ogni contingenza devono essere adottate scelte al fine di garantire a ciascun individuo il rispetto dei propri diritti essenziali, costituzionalmente garantiti, e che è dovere di ciascuno, secondo i propri specifici ruoli sociali, politici e professionali, intervenire sui temi che agitano il nostro Paese, in seguito ai fatti occorsi all’interno di vari carceri e Istituti Penitenziari, dopo l’adozione dei provvedimenti adottati necessari all’opera di contenimento della diffusione del virus covid-19, considerata

– la grave situazione di sovraffollamento che connota anche alcuni delle strutture carcerarie del distretto della Corte di Appello di Catania;
– la rivolta dei detenuti avvenuta nei giorni scorsi all’interno del Carcere di Cavadonna e, comunque, la situazione di grave tensione attualmente in corso presso altre strutture;
consapevoli che, malgrado i numerosi richiami e le censure avanzate al nostro sistema carcerario da diverse
istituzioni sovranazionali, gli indirizzi politici finalizzati effettivamente a diminuire la pressione del numero dei detenuti nei nostri Istituti di pena, individuando ventagli di strumenti legislativi e giudiziari tesi a valorizzare il fine rieducativo della pena e del recupero, ove possibile, del reo, sono stati osteggiati da una visione politica improntata ad una logica “carcerocentrica” e miope, finalizzata esclusivamente ad ottenere consensi elettorali, e hanno
così contribuito a determinare una più grave condizione di incontenibile e disumano sovraffollamento delle carceri;
che, strumenti centrali di una corretta visione dei temi penitenziari, di una concreta attuazione del dettato costituzionali in tema di finalità della pena e di tutela dei diritti sostanziali di ciascun cittadino o individuo, sono quelli rappresentati dalla funzione della Magistratura di Sorveglianza, delle sue strutture ausiliarie e della funzione dell’Avvocatura, come soggetto di difesa tecnica e di necessaria mediazione umana rispetto alle esigenze di chi è assoggettato a restrizione della libertà in virtù di provvedimenti giurisdizionali;
che a detta condizione, in questi ultimi giorni, si è aggiunta la preoccupazione di detenuti, familiari e, aggiungiamo noi, di personale della Polizia Penitenziaria e degli addetti alle strutture carcerarie in genere, per la seria possibilità di un estendersi del contagio del virus covid-19, a causa degli spazi ristretti e delle condizioni in cui i detenuti si trovano a convivere, spesso in numero superiore alla stessa capienza dell’Istituto; che è, senza se e senza ma, da condannare e stigmatizzare in ogni caso qualsiasi manifestazione di violenza su persone e cose, essendo compito di ciascuno, secondo i propri ruoli e funzioni, compiere i passi necessari per prevenire ogni ipotesi di violenza e illegalità; che, a fronte della situazione sopra delineata il Governo e il Dap si sono limitati esclusivamente a vietare l’ingresso dei familiari dei detenuti e a bloccare i permessi e le uscite dei semiliberi; che, di fronte a questa disarmante e pericolosa inerzia delle Forze Politiche, le Camere Penali del Distretto della Corte d’Appello di Catania sentono il dovere di intervenire, pur consapevole del fatto che qualunque soluzione proposta non potrà – a breve – risolvere il problema ma certamente contribuirà a concentrare l’attenzione sulla questione delle carceri e anche a rasserenare gli animi dei detenuti e dei loro familiari; che, pertanto, si richiede lo sforzo comune di tutti i soggetti istituzionali coinvolti al fine di accelerare la decisione sulle istanze proposte dai detenuti che rivestono le condizioni oggettive e soggettive per ottenere la concessione di misure alternative alla detenzione in carcere, attraverso un lavoro di analisi dei vari fascicoli, privilegiando quelli che rivestono le caratteristiche sopra indicate auspicano

– l’adozione di provvedimenti urgenti che consentano in via ordinaria la detenzione domiciliare per le pene brevi e prevedano l’assoluta eccezionalità della custodia cautelare in carcere alleggerendo così la condizione di sovraffollamento;
– l’immediato rafforzamento dei Tribunali di Sorveglianza, con distacco dei magistrati che in questo periodo non terranno udienze, per la istruzione e la definizione delle istanze di concessione delle detenzioni domiciliari e delle misure alternative in atto pendenti;
– l’indicazione ai Giudici chiamati a decidere sulle istanze di applicazioni delle misure cautelari, in sede di scelta concreta della misura da adottare, di optare per il ricorso rafforzato agli arresti domiciliari;
– uno sforzo comune da parte di tutti i soggetti coinvolti ed in particolare della Magistratura di Sorveglianza;

Invitano
– I colleghi avvocati ad assumere il compito di spiegare ai propri assistiti come l’emergenza non possa essere considerata una panacea per permettere a tutti, indistintamente, di veder modificate le misura applicate, in assenza di concreti e legittimi presupposti, ma anche di segnalare e  sollecitare, in maniera oggettiva, gli uffici del Magistrato di Sorveglianza, verso quelle istanze che presentino una concreta possibilità di accoglimento.
– la Magistratura di Sorveglianza: a) a decidere in via prioritaria, con una istruzione semplificata, le istanze di tutti quei soggetti che potrebbero beneficiare della detenzione domiciliare ordinaria e speciale;
– b) a valutare in maniera prioritaria la condizione dei soggetti “fragili” ovvero concedere la Detenzione domiciliare speciale ex art.47- quinquies l. 354/1975, e opportunamente considerare la posizione dei soggetti ultrasettantenni o donne incinte o con prole inferiore ai 10 anni che già da adesso potrebbero beneficiare della detenzione domiciliare.
– c) a concedere, anche in via provvisoria, la detenzione domiciliare ai soggetti che già godono del beneficio della semilibertà, con pene inferiori a due anni (soggetti per cui è già stata fatta una valutazione positiva rispetto alla misura alternativa applicata e che potrebbero agevolmente ottenere una modifica del solo luogo ove trascorrere le ore notturne); c) a fissare le udienze di trattazione, sempre in via prioritaria, per la concessione della misura alternativa ex art.47 l. 354/1975 ai soggetti detenuti in carcere;
d) a concedere la liberazione anticipata, senza il parere del P.M., quando da ciò deriva la immediata scarcerazione del detenuto; e) a richiedere, con ferma sollecitudine, ai Questori di Catania, Siracusa e Ragusa di aumentare il personale deputato ai controlli richiesti dalla Magistratura di Sorveglianza al fine della concessione dei benefici sopra indicati.
L’invito e l’auspicio sono rivolti a tutti i soggetti interessati affinché, mediante uno sforzo comune la situazione d’emergenza su questo importante e delicato fronte possa essere superata, in tempi ragionevolmente brevi.

Camera Penale “Serafino Famà” di Catania
Camera Penale “Pier Luigi Romano” di Siracusa
Camera Penale degli “Iblei”
Camera Penale “Giorgio Arcoleo” di Caltagirone

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