Coronavirus: Giuseppe Conte: "Chiusura di tutte le attività commerciali, esclusi alimentari, farmacie e servizi essenziali"

Coronavirus: Giuseppe Conte: "Chiusura di tutte le attività commerciali, esclusi alimentari, farmacie e servizi essenziali"

Il Paese ha bisogno della responsabilità di ognuno di voi, ha bisogno di sessanta milioni di piccoli grandi sacrifici. Ognuno di noi ha bisogno dell’altro. Rimaniamo distanti oggi per abbracciarci con più calore e per correre insieme più veloci domani. Ce la faremo.

Pubblicato da Giuseppe Conte su Mercoledì 11 marzo 2020

“Disponiamo anche la chiusura di tutte le attività commerciali, di vendita al dettaglio, ad eccezione di quelle dei beni di prima necessità e delle farmacie. Chiudiamo i negozi”. L’annuncio è del premier Giuseppe Conte: nuove misure fino al 25 marzo, in tutta Italia, nella lotta al coronavirus. Bar, ristoranti e negozi chiusi, a eccezione di alimentari e farmacie. Garantiti i servizi essenziali (banche e poste) e trasporti; fabbriche aperte ma con misure di sicurezza.

“Tra due settimane vedremo i primi effetti”, spiega Conte. Borrelli: 10.590 contagiati, 1.045 guariti e 827 decessi. Per l’Oms ora “è pandemia”

“Distanti oggi per abbracciarci domani e correre”

“Se saremo tutti a rispettare le regole, usciremo più in fretta dall’emergenza. Il Paese ha bisogno della responsabilità di 60 milioni di italiani che ogni giorno compiono sacrifici. Ciascuno si sta giovando dei propri e degli altrui sacrifici. Una comunità di individui, come direbbe Norbert Elias. Rimaniamo distanti oggi per abbracciarci con più calore e correre più veloci domani. “La regola madre rimane la stessa: limitare gli spostamenti alle attività lavorative o per motivi di salute o per motivi di necessita’ come fare la spesa. È importante essere consapevoli che abbiamo da poco iniziato a cambiare le nostre abitudini – aggiunge Conte – l’effetto di questo grande sforzo lo vedremo tra un paio di settimane”.

Sarà nominato anche un commissario responsabile per le strutture sanitarie con ampi poteri di deroga, per rafforzare la produzione di attrezzature e sopperire anche alle carenze. Si tratta di Domenico Arcuri, a.d .di Invitalia, e si coordinerà con Borrelli.

“Chiusi reparti aziendali non indispensabili”

Chiudono i servizi di mensa che non garantiscono la distanza di un metro di sicurezza. Restano chiusi i reparti aziendali non indispensabili per la produzione: le industrie e fabbriche potranno continuare a svolgere le proprie attività produttive a condizione che assumano misure di sicurezza adeguate ad evitare il contagio. Si incentiva la regolazione di turni di lavoro, ferie anticipate, chiusura dei reparti non indispensabili”, annuncia Conte.

“Saranno garantite attività agro-alimentari” “Saranno garantite, nel rispetto della normativa igienico-sanitaria, le attività del settore agricolo, zootecnico, di trasformazione agroalimentare e le filiere che offrono beni e servizi rispetto a queste attività”.

“Idraulici, benzina, meccanici, artigiani aperti” Idraulici, meccanici, pompe di benzina resteranno aperti. E’ quanto prevede il Dpcm sulle nuove restrizioni. Anche gli artigiani resteranno aperti. Sono tutti considerati servizi essenziali. Aperte anche edicole, tabaccai e stampatori.

Possibili riduzioni bus, treni e voli 

Saranno possibili anche riduzioni del trasporto pubblico locale, compresi i taxi, ma anche di treni, aerei e trasporti marittimi. Lo prevede la bozza del nuovo decreto: i governatori potranno “disporre la programmazione del trasporto locale, anche non di linea per contenere l’emergenza coronavirus “sulla base delle effettive esigenze” e per “assicurare i servizi minimi essenziali”. Lo stesso potrà fare il ministero dei Trasporti sui “servizi automobilistici interregionali e di trasporto ferroviario, aereo e marittimo”.

I numeri, d’altronde, da giorni confermano che la situazione è seria: a mercoledì sono 10.590 i malati, più della metà in Lombardia che ha anche il più alto numero di ricoverati in terapia intensiva, 560 su un totale di 1.028. E i morti sono arrivati a 827 (di cui 617 in Lombardia), altri 196 in 24 ore. I guariti, invece, sono meno del 10% del totale dei contagiati: 1.045 su 12.462. “Abbiamo dei numeri che fanno sì che i dati possano apparire come un numero elevato, ma la crescita odierna è nel trend dei giorni scorsi” ha detto il commissario Angelo Borrelli spiegando il perché di una crescita che, finora, non si era mai registrata. Che però si sia ancora ben lontani dal picco lo conferma il direttore del Dipartimento Malattie infettive dell’Iss Giovanni Rezza. “I prossimi 14 giorni saranno cruciali per capire l’andamento dei casi di contagio – dice – . Gli effetti delle misure restrittive non si vedranno entro questa settimana, anche per quanto successo nei giorni scorsi con i massicci spostamenti da Milano. Per questa settimana mi aspetto un aumento dei casi e non un calo”.

“Ha prevalso il buon senso. Il coronavirus si può contrastare solo con misure rigorose. Sono certo che non solo i lombardi, ma tutti gli italiani, valuteranno positivamente questo provvedimento. Con la consapevolezza che i sacrifici di oggi sono necessari per ripartire più forti domani”, dichiara il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, commentando le misure illustrate dal premier Conte.

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