Coronavirus, si ferma anche la giustizia

Coronavirus, si ferma anche la giustizia

CATANIA – Vista la delibera del 4/3/2020 con la quale l’Ufficio di Coordinamento dell’Organismo Congressuale Forense ha indetto l’astensione dalle udienze e da tutte le attività giudiziarie per un periodo di 15 giorni a decorrere dal 6/3/2020 sino al 20/3/2020, ha deciso di aderire a tale astensione e ritiene opportuno renderne noti i motivi. Con D.P.C.M. del 4/3/2020, il Presidente del Consiglio dei Ministri, sentito tra gli altri anche il Ministro della Giustizia, ha adottato alcune misure atte a contrastare e contenere il diffondersi del virus COFID – 19 sull’intero territorio nazionale.

E’ noto che la necessità di adottare misure di contenimento della diffusione del contagio serva, anche, a tutelare l’interesse alla salute pubblica in relazione alla necessità di evitare che “picchi” di contagio possano condurre ad una crescente richiesta di interventi sanitari con prevedibile crisi del Sistema Sanitario Nazionale e delle strutture ospedaliera e di cura. Spicca, tra gli ambiti disciplinati dalla disposizione della Presidenza del Consiglio, l’assenza assoluta di qualsiasi considerazione degli uffici giudiziari dell’intero territorio nazionale ove, quotidianamente, si recano e svolgono la loro attività innumerevoli persone, avvocati e cittadini utenti della giustizia insieme ai magistrati e ai pubblici funzionari preposti alla giurisdizione. Per gli uni e per gli altri si pone un comune interesse alla tutela del loro diritto alla salute, individualmente considerato ma declinato anche in funzione del pubblico interesse di cui si è detto sopra. Tale assenza appare ancor più meritevole di critica solo che si consideri come, negli ultimi giorni, diverse Camere Penali, Ordini Forensi, la sezione cassazione di ANM, Unicost e l’OCF avevano sollevato la questione, ovviamente con accenti distinti, richiedendo l’adozione di provvedimenti da parte del Governo e del Ministro della Giustizia al fine di fronteggiare l’emergenza in modo omogeneo.

L’assenza di qualsiasi intervento ha impedito l’assunzione di razionali ed omogenee misure di precauzione e cautela, demandando di fatto le scelte eventuali ai responsabili degli uffici giudiziari del territorio nazionale o alle iniziative degli organi forensi o delle associazioni come le Camere Penali. Lasciandoli soli. Questo direttivo, nella consueta e continua interlocuzione con la Presidenza dell’Ordine degli Avvocati di Catania, aveva sollecitato la richiesta di adozione di un provvedimento di sospensione delle udienze penali, nei limiti delle norme del Codice di autoregolamentazione delle astensione dalle udienze degli Avvocati. Ciò al fine di tutelare il diritto alla salute dei Colleghi impegnati nell’attività d’udienza e di difesa, a stretto contatto – per necessità di servizio e di professione – con i propri assistiti e con tutti gli altri soggetti che popolano corridoi e ambienti circostanti le aule di giustizia. Appare vano e superfluo limitare e regolamentare l’accesso all’aula dei difensori e dei soggetti interessati se fine delle misure è la tutela della salute di ciascuno e di tutti, per contrastare e contenere il diffondersi del contagio, limitando occasioni di necessario assembramento.

Per questi motivi appare necessario stigmatizzare l’assenza di disposizioni generali ed omogenee, al pari di quelle dettate per gli altri ambiti disciplinati dalle misure adottate dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, e richiedere l’emanazione di regole di maggiore razionalità ed efficacia. Ed è per queste ragioni che il direttivo della Camera Penale “Serafino Famà” di Catania ritiene di aderire all’astensione indetta dall’Ufficio di Coordinamento dell’O.C.F. del 4/3/2020, pur nella consapevolezza dei limiti strutturali di una simile iniziativa.

Il Direttivo della Camera Penale “Serafino Famà” di Catania

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