Cultura, "Voli d'inchiostro": l'esaltazione del sogno

Cultura, "Voli d'inchiostro": l'esaltazione del sogno
di Mario Pafumi
Finita la lettura dell’ultimo libro di liriche di Natale Maugeri, terzo in ordine di tempo, dopo “La vita ai miei occhi”(2013) e “La panchina”(2018) del poeta ripostese, appare evidente ed inequivocabile l’inquietudine di un’anima poetica particolarmente sensibile; una fedeltà personale a un proprio linguaggio, fatto di amorosa liricità e ariosa armonia.
Già la prima poesia “Il silenzio” delinea un desiderio malcelato di bisogno di quiete interiore: “Vorrei/essere/la quiete/per scrivere/ il silenzio” e la convinzione di un senso di vuoto. Procedendo nella lettura e nell’analisi si ha più netta l’impressione di una dominante fede nell’assoluto, nell’aderenza dei fatti, dei destini. Il destino del poeta è quello di profondere quella felicità che egli tesso prova nello sfiorare spazi di richiami, di lacerazioni del vivere che, attraverso prove più o meno dolorose , mettono a nudo la fecondità dei propri sentimenti. Il Maugeri sembra conoscere a fondo tale procedimento: i suoi versi conquistano e acquistano quell’equilibrio costruttivo tra silenzio frenante e verità desiderata. Un amore intenso e compresso domina quasi tutti i versi di Natale Maugeri sino a raggiungere un leit-motiv accennato e ardente, una sorta di pianto sommesso che rinuncia al grido , che non conosce la commiserazione: “Aspetto/l’onda/dell’esistenza/ che traveste/quell’angolo/ di pace/ per non ritrovarmi/di nuovo perduto./ Girovago,/migrante,/su onde/adombrate/da remote carezze/ senza più/preghiere./“(“Seduto”). Natale Maugeri riesce a dare grandi e malinconiche presenze con una poesia contesa tra continua domanda di verità e un abbandono ad un’apparenza di frammenti reali , immagini a volte inaccessibili che denunciano una carnalità emblematica, sintomo di un desiderio d’amore magico. Si rintracciano in queste poesie una ricchezza di motivi, di memorie, di tempi che dilatano le parole e agganci a stati d’animo veramente sorprendenti: “Voli/intersecati/dalle prime luci dell’alba/colorano/d’oblio/silenziosi/amanti/avvinghiati/ dal rossore/di corpi assetati/dalle melodie dell’amore/./Gocce/d’alchimia/amate dal silenzio/addomesticano/i minuti/dell’amplesso.”(“Voli d’amore”). I dettagli dei ricordi che hanno formato il poeta e i contraccolpi ricevuti durante il processo di crescita restano impressi sul foglio, con estrema immediatezza e sono fissati in particolari vivi e precisi espressi nella lingua madre, il siciliano: “M’arriordu/ di quantum viveumu ‘nta saia/e minteumu/i muluni/calati ‘nta isterna/pi tinilli friddi./… Quant’era bellu/jucavumu cuntenti/vardannu/la gioia di la natura/… Ora viru sulu casi,/strati, serri,/e sentu nustalgia/pi munnu/ ca malgradu a miseria/dava tanta felicità…/“(M’arriordu”). Interessanti sono le soluzioni musicali che l’autore utilizza in una metrica aperta, con un verso essenziale che sfugge alla complessità di un linguaggio ricercato e artificioso, lontano da pericolose mistificazioni. Natale Maugeri raggiunge verità liriche senza condizionamenti, non distrugge l’atmosfera lirica, ma la sottolinea senza traumi, attraverso una trasparenza fisica e precisa: ciò che soprattutto preme al poeta sono i sentimenti, i sentimenti interiori, i lontani ricordi, le sensazioni del presente: tutti intrisi di una sincerità viscerale di forte efficacia in cui si condensa una straordinaria carica di vita.
Una vita vissuta fra volontà e destino, dove la strategia dell’essere si fonde con l’esaltazione del sogno. 

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