CATANIA – «La mafia comanda ancora a Catania? Forse. Ma la mia domanda è un’altra: perché i catanesi sono rimasti lamentosi e rassegnati? Quante responsabilità ha la città su quello che è accaduto?», Claudio Fava, presidente della Commissione regionale antimafia non ha mai smesso di interrogarsi e a distanza di ventotto anni si discuterà ancora sul suo libro, “La Mafia comanda a Catania”. Pubblicato nel 1991 è un racconto teso, lucido e impietoso, che ricostruisce dalle origini la presa del potere da parte della mafia a Catania. Una città che appare, in questo ritratto appassionante, come una metafora dell’Italia degli anni Ottanta e Novanta. La Milano del Sud che anticipa la nascita di un sistema perfetto che tiene insieme mafiosi, politici, imprenditori, giudici e giornalisti.
Domani, al Teatro Machiavelli alle 19.00 il giornalista del quotidiano La Sicilia, Mario Barresi, intervisterà Claudio Fava, Sebastiano Ardita e Maurizio Caserta cercando le possibili risposte. Lo faranno a partire dalle pagine del libro e da quel doppio punto, esclamativo e interrogativo, aggiunto al vecchio titolo.
Riprendere quel titolo, dopo quasi tre decenni, può sembrare un deja vu. Serve, invece, a spiegare molte cose, a ricordare, a ripetere domande che non sono più di moda: chi comanda oggi a Catania? Cosa resta della forza e impunità di quella mafia che da sempre ritiene la città una terra di saccheggio? Che ne è di quella borghesia mafiosa a lungo complice e accomodante? Esiste ancora quel sistema?