Dipendenze

Dipendenze

di Salvatore Monaco

In questo articolo, cercherò di introdurre il lettore alla comprensione basilare della parola dipendenza, con l’obiettivo di poter, nei prossimi futuri interventi sulla nuova rubrica “infodipendenza”, di approfondire le varie sfaccettature del fenomeno.

La “dipendenza rappresenta a grandi linee, una alterazione del comportamento che da abitudine normale, si trasforma  nella ricerca patologica del piacere mediante sostanze, oggetti o svariati e particolari comportamenti disfunzionali.. Quindi, la persona  che dipende da qualcosa perde in definitiva la capacità controllare le abitudini, gli impulsi.

La maggior parte dei manuali diagnostici e statistici dei disturbi mentali descrivono la dipendenza come un uso compulsivo di una sostanza o di un determinato oggetto, nonostante ci sia la consapevolezza delle terribili e nefaste conseguenze  che possono subentrare. Sofisticati strumenti di indagine hanno evidenziato specifiche alterazioni funzionali e anche strutturali,  nel sistema nervoso centrale dei soggetti con problematiche di dipendenza.

Il ricercatore  Leshner afferma che nei cosiddetti soggetti “vulnerabili”:  l’uso prolungato di sostanze modifica le strutture e le funzioni del sistema nervoso centrale facendo scattare “un interruttore metaforico nel cervello” che porta alla “condizione di dipendenza, caratterizzata dalla ricerca e dall’uso compulsivo”. Si usa il termine polidipendenze per indicare la dipendenza clinica da più sostanze o comportamenti.

Le dipendenze da sostanze o da svariati e differenti oggetti o abitudini patologiche presentano una svariata lista  di particolari comportamenti riassunti nei seguenti punti:

1) limitata  capacita di poter tenere sotto controllo l’uso della sostanza che quindi diventa abuso per cui chi assume  ne fa un uso fuori da ogni sorta di controllo razionale. Si manifestano pertanto conflitti interiori, per cui da una parte compare il desiderio di smettere o ridurne l’uso, associati però  a fallimenti in questo. Si finisce per impiegare gran parte del tempo nel procacciarsi la dose giornaliera, o nel tentativo di riprendersi dai suoi inevitabili effetti deleteri. In mancanza della sostanza o comportamento anomalo o oggetto di dipendenza, compare il cosiddetto  craving, ossia un fortissimo desiderio della sostanza o dell’oggetto o abitudine mancante che può manifestarsi in ogni particolare momento della giornata e soprattutto davanti agli stimoli associati alla stessa.

2) danneggiamento  dell’aspetto sociale del soggetto dipendente: tipici comportamenti legati alla dipendenza sono l’incapacità di svolgere le proprie mansioni sociali come lo studio, il lavoro o in casa; l’individuo dipendente continua ad abusare del suo oggetto di dipendenza nonostante questo comporti gravi ripercussioni sul versante prettamente sociale e nelle svariate relazioni con gli altri, con la drastica riduzione di attività che prima dell’uso abuso invece il soggetto frequentava. Si arriva cosi anche al frequente e progressivo autoisolamento del soggetto dipendente per raggiungere il suo unico scopo, ossia l’abuso di ciò che lo rende schiavo.

3) uso/abuso ai limiti della incolumità stessa: il dipendente ne fa uso in situazioni  rischiose per la propria vita, come ad esempio: alla guida o in situazioni lavorative in cui ha un precario equilibrio , la fruizione  non si ferma nonostante determini o vada a peggiorare svariate problematiche di salute ( epatiti, sieropositività, problemi respiratori etc) o psicologici e sociali, come disturbi dell’umore e dell’ansia, debiti e problemi legali. Appare quindi chiara l’incapacità della persona dipendente  di astenersi malgrado le svariate difficoltà che la dipendenza provoca.

4) aspetti farmacologici: diventano elementi chiave i concetti come la  tolleranza e l’astinenza., la tolleranza rappresenta quella situazione per cui  la stessa quantità di sostanza non produce più gli effetti desiderati, che possono essere raggiunti esclusivamente aumentando la dose o intensificando l’abitudine patologica specifica. Il grado di tolleranza è variabile da individuo ad individuo  e tra i diversi tipi di sostanze e/o comportamenti disfunzionali.

L’astinenza: consiste nel decrescere della quantità di sostanza presente nel sangue o nei tessuti di una persona che ne ha fatto un forte uso o dell’impossibilità di mettere in atto un comportamento disfunzionale. . I sintomi  possono quindi variare  a seconda del tipo di sostanza e sono caratteristicamente molto intensi e simili per oppioidi, alcool, psicofarmaci. Possono essere meno intensi, seppur presenti, con stimolanti, tabacco e cannabis.  L’intossicazione da sostanze o comportamenti dannosi  variano da sostanza a sostanza, che spesso comportano un’alterazione temporanea delle funzioni cognitive più importanti  e del comportamento in generale conseguenti l’assunzione recente della sostanza. Tra i sintomi più frequenti rientrano sicuramente  l’insonnia, le alterazioni della percezione, dell’attenzione,  del pensiero, delle capacità di giudizio, dell’attività psicomotoria e del comportamento interpersonali.

Fra le  differenti  tipologie di dipendenza che possono insorgere in una persona, troviamo :

la dipendenza da sostanze stupefacenti (le cosiddette droghe); la dipendenza da farmaci e da alcool, la dipendenza da tabacco (tabagismo); la dipendenza da cibo; la dipendenza da sesso; la dipendenza da gioco d’azzardo; la dipendenza da internet; la dipendenza da shopping, volgarmente detto shopping compulsivo.

La dipendenza quindi è una schiavitù, la perdita di libertà che porta l’essere umano a dipendere da un qualcosa che ne condiziona l’esistenza stessa, senza la quale non riesce più a condurre una vita normale. I tentativi di rompere queste catene della dipendenza non sono altro che lo sforzo immane di riappropriarsi della normalità, solo e soltanto della semplice normalità da cui un maledetto giorno si è deciso, illusoriamente,  di scappare via.

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