Diritto all’infanzia dal Brasile all’Italia: storie di quotidiana interculturalità

Diritto all’infanzia dal Brasile all’Italia: storie di quotidiana interculturalità

Brasile e Italia, nonostante la distanza oceanica, sono due Paesi vicini, non solo per la presenza di circa 30 milioni di oriundi italiani ma anche per la sussistenza di problematiche simili che meritano di essere affrontate in un’ottica bilaterale.

L’introduzione del saggio intitolato “L’infanzia e l’educazione partecipativa in Brasile e in Italia: ordinamenti giuridici, teorie ed esperienze”, scritto dalla docente di scienze dell’educazione  all’Università di Rio de Janeiro Lisandra Ogg Gomes e dal presidente onorario di Idos Franco Pittau,   espone i principi costituzionali sull’educazione dell’infanzia e i diritti, analizzandone la formulazione nelle leggi ordinarie dei due Paesi, con particolare riferimento alle categorie disagiate, ripercorrendo il cammino dei sostanziali progressi fatti dal Novecento ad oggi e il definitivo superamento della percezione dell’infanzia come periodo di mera attesa dell’età adulta, al fine di riconoscere in essa una fruttuosa fase dello sviluppo della persona, con un proprio modo di pensare, di agire, di progettare e di istituire relazioni.

A guidare il lettore in un interessante percorso di approfondimento pedagogico sono grandi personaggi, presentati con una breve biografia e una sintesi del loro pensiero: per l’Italia Maria Montessori (1870-1952), don Lorenzo Milani (1923-1967) e Loris Malaguzzi (1920-1994); per il Brasile Anísio Teixeira (1900-1971), Heloísa Marinho (1903-1994) e Paulo Freire (1921-1997). Persone straordinarie che spesso pagarono il loro impegno sociale con l’emarginazione e con la prigione. L’articolo presenta alcune esperienze, ispirate a teorie pedagogiche avanzate sul protagonismo dell’infanzia: in Brasile la Scuola elementare Sócrates Brasileiro a San Paolo e la Scuola Olga Mitá a Rio de Janeiro; in Italia il Centro didattico interculturale Celio Azzurro e l’asilo nido Munting Tahanan dell’Associazione e filippina CFMW (due strutture a suo tempo inserite nel grande progetto “Forum per l’Intercultura,” promosso dal lungimirante direttore della Caritas di Roma mons. Luigi Di Liegro).

Un’ultima considerazione di più ampia portata è dedicata ai circa 70 milioni di oriundi italiani insediati in diversi Paesi del mondo: in questa fase di ricorrenti riflessioni geopolitiche, stimolate dalla crisi delle materie prime, dalla guerra in Ucraina, da altri conflitti o fattori strutturali negativi, la presenza italiana all’estero continua a costituire un’opportunità che meriterebbe  maggiore attenzione, come si ripromettono di fare la Rivista “Dialoghi Mediterranei” e il Centro Studi e Ricerche Idos, continuando la loro collaborazione sui temi degli italiani all’estero.

Send a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *