Daniele Lo Porto
CATANIA – Il 10 agosto, con la città sotto gli ombrelli e non gli ombrelloni per l’insolita piovosità estiva, Salvo Pogliese aveva preannunciato ricorso contro la dichiarazione di dissesto del Comune certificata dalla Corte dei conti siciliana “pur consapevole di un percorso stretto e difficile, di una situazione difficilissima”, che poi le Sezioni riunite della magistratura contabile hanno confermato il 7 novembre. A distanza di due mesi e mezzo la Corte dei conti ha reso pubbliche le motivazioni, evidenziando che “la situazione finanziaria del Comune non avrebbe consentito una diversa soluzione, poiché la stessa si è talmente aggravata da non rendere possibile il risanamento” stante che “gli esercizi successivi all’adozione del piano di riequilibrio sono stati caratterizzati da un peggioramento del disavanzo di amministrazione, documentato dai rendiconti approvati”. E il “buco” sarebbe ben oltre il miliardo e 600 milioni circa perché “accertato un ulteriore disavanzo, non registrato nei documenti contabili determinato dall’assenza o sottostima, nell’ambito del risultato di amministrazione al 1° gennaio 2015, al 31/12/2015 e al 31/12/2016, di rilevanti fondi obbligatori per legge. Evidente un ulteriore peggioramento della situazione finanziaria dell’Ente “determinata dai debiti fuori bilancio emersi anche successivamente alla riformulazione del piano per circa 22 milioni di euro”. Inoltre, “La Sezione regionale ha accertato il ricorso costante negli anni del Comune di Catania alle anticipazioni di tesoreria per importi considerevoli, con scoperto a fine esercizio per importi crescenti nell’ultimo periodo” e “hanno riguardato esercizi nei quali il Comune di . Catania ha usufruito di ingenti anticipazioni ricevute dalla Cassa Depositi e dalla Regione. Allo stato degli atti, la cassa dell’Ente è in una situazione così deficitaria da non poter sostenere, oltre alle ordinarie esigenze di bilancio, l’onere della restituzione di tutte le anticipazioni ricevute e la provvista necessaria per provvedere al pagamento dei debiti fuori bilancio”. Insomma, dalla analisi dei giudici contabili, appare poco credibile che la precedente Giunta Bianco possa essere stata colta di sorpresa dalla dichiarazione di dissesto, così come il ricorso presentato dalla Giunta Pogliese non potesse che avere un valore squisitamente politico, dato che a quel punto la “situazione difficilissima” era ormai nella consapevolezza di vecchi e nuovi amministratori.
E’, quindi, solo una inevitabile conseguenza l’aumento delle tariffe Cosap che verranno rivalutate secondo gli indici I.S.T.A.T, mentre le tariffe relative all’Imposta Comunale sulla Pubblicità ed al Diritto sulle Pubbliche affissioni verranno rideterminate alla luce delle recenti disposizioni di legge. Il Consiglio comunale, con 21 voti favorevoli e 3 astenuti, lo ha deliberato nei giorni scorsi. Erano già fissate al massimo consentito dalla legge le aliquote IMU, TASI e dell’addizionale comunale all’imposta sul reddito delle persone fisiche(Irpef), in seguito al pre dissesto accertato nel 2013.
Dal Giornale di Sicilia