GIARRE – Un lungo interminabile applauso finale per i protagonisti di “Ditegli sempre di si” di un giovane 27enne Eduardo De Filippo. La pazzia trasformata in purezza in candore, in semplice verità, supera l’ipocrisia e le convenzioni false e piccolo borghesi della quotidiana convivenza. Ciò può causare guai, incomprensioni e disguidi. E’ quello che succede a causa della “pazzia” non risolta di Michele Murri (uno strepitoso Melo Ingegnosi) crea tornato a casa dopo aver trascorso un anno in manicomio. Ma questo la società non deve saperlo se si vuole dargli la possibilità di riprendere la sua vita. Ad accoglierlo di nuovo a casa, con tutti gli onori e tanta gioia è la sorella Teresina (una convincente Enza Leonardi) che, rimasta giovane e appetibile vedova, dedica la sua vita a prendersi cura del fratello e rinuncia alle sue ambizioni. Teresina è un personaggio altrettanto cardine nell’opera di Eduardo. Si presenta, da una parte, come una buona manager della sua vita, capace di sfruttare ogni possibilità che possa arricchire le sue entrate, ma dall’altra si rivela una giovane donna la cui ‘semplicità’ confina con la stupidità , per le sue continue risate enfatizzate dal suo fare impacciato. Quando è oggetto di attenzioni da parte del vicino di casa Giovanni Altamura (Ciccio Bongiovanni nella scena, vestito secondo la tradizione eduardiana) che vorrebbe approfittare della sua ingenuità e della sua condizione di donna sola, apre ad altre riflessioni sulla donna. Tra il riso e l’amaro, Michele e Teresina devono difendersi da una società che non perdona e non riabilita, una società irretita in cui i ruoli non cambiano. Per Michele non esiste speranza, non c’è spazio. Perseguendo un’analisi logica, infantile e un ragionamento privo di ipocrisie, per lui le cose dette diventano verità assoluta. Nel suo mondo dove esiste una sola verità e non esistono metafore e sfaccettature, quando la sorella vedova gli confessa che si risposerebbe con un uomo di mezza età, con le caratteristiche del suo vicino di casa, rivelerà a lui una falsa verità e annuncerà a tutti le future nozze tra i due. Quando apprende che una ragazza non ha né padre né madre, lui sbotta dicendo: “E chi l’ha fatta?”, aggiungendo poi che è solo un’orfana e che bisogna utilizzare le parole adatte, quelle per cui “il ragionamento fila”, accompagnando queste parole col movimento sulla fronte e delle mani. Ma, alla fine, quando tutto viene scoperto e l’inconfessabile verità svelata, non gli resta che tornare nel suo mondo dove le mura del manicomio non diventano più prigione, ma protezione. Chi è più pazzo tra lui e Luigi Strada (alias un sempre più bravo Giuseppe Maccarrone), un ‘ funambolo’, un poetastro col pallino del teatro che ama esibirsi in ogni luogo, finendo in chiusura pieno di lividi e dolorante per le botte prese per la sua passione per la figlia di Altamura, che assume i panni del padre protettore nei confronti della giovane figlia adolescente, la quale deve essere difesa dalle avance di un giovane squattrinato e anch’egli senza speranze in una società che non accoglie? Si ride e si piange. La regista Francesca Le Mura Carbonaro rifacendosi a quanto lo stesso Eduardo suggeriva a fine spettacolo, ci suggerisce di non prendere troppo sul serio quel ‘matto’: ‘ditegli sempre di sì, piuttosto, è soltanto qualcuno ‘fuori di testa’. Si vede un mondo capovolto nella scena di Aldo Calcina, le luci e i suoni di Alberto Bonanno, con l’entrata/uscita originale di tutti i personaggi per il saluto finale. Successo per Ingegnosi e i bravi compagni di scena (oltre a quelli citati: Giorgia Marino, Tony Spina, Eugenia Maccarone, Luigi Conti, Alessia Leotta, Salvo Cardillo, Giuseppe Panebianco, Giulia Sorbello). Il pubblico ha mostrato il massimo gradimento, applaudendo a scena aperta e gratificando la Compagnia “Insieme a teatro”, con un lungo interminabile applauso finale. E’ lo stesso Ingegnosi, dopo l’inchino collettivo finale a dare appuntamento a settembre ad un pubblico che durante la stagione è diventato sempre più numeroso. “Proporremo lavori nuovi, sempre accattivanti ed interessanti, per stare Insieme a Teatro”.
Mario Pafumi