Domenico Modugno secondo Mario Incudine

Domenico Modugno secondo Mario Incudine

GIARRE –  “Noi artisti abbiamo sofferto molto la chiusura dei teatri a causa del Covid. Eravamo come piantine senza acqua. Stavamo per morire. Ogni tanto tentavamo di auto innaffiarci un po’ con gli streaming, ma non era la stessa cosa di una bella piovuta. La bella pioggia è il pubblico, è il pubblico che rigenera gli artisti. Abbiamo potuto constatare appena i teatri sono stati riaperti che il pubblico ha sete di spettacolo e di arte e sta cominciando ad abbandonare la paura iniziale e sta ritornando al teatro. Il teatro è comunità, il teatro è gioia di stare di insieme, è il ritorno alla socialità. Il teatro in tutto ciò è fondamentale, perché non c’è luogo più sicuro dove potere trascorrere un paio di ore immaginando una vita diversa da quella che abbiamo vissuto”.
Abbiamo incontrato Mario Incudine (Enna, 2 giugno 1981) eclettico artista, cantante, attore teatrale e polistrumentista, esponente della musica popolare siciliana, che si è anche cimentato nella world music, a margine della presentazione alla stampa del suo ultimo lavoro, “‘MIMI’ da sud a sud sulle note di Domenico Modugno”, che metterà in scena sabato 19 marzo prossimo, al teatro Garibaldi di Giarre, in doppia replica alle ore 17 e alle ore 20 e 30 e che rientra nel cartellone della stagione teatrale “Turi Ferro”, dal 2014 frutto di una proficua partnership tra ArchiDrama diretta dal Alfio Zappalà e il Teatro ABC di Catania. Sul palco, con Mario Incudine, ci saranno i musicisti Antonio Vasta, Manfredi Tumminello e Pino Ricosta. Lo spettacolo, con la regia di Moni Ovadia e i testi di Sabrina Petyx.
Come nasce l’idea di portare in scena il primo Modugno, quello del finto dialetto siciliano?

“Nasce da una necessità. Intanto dal mio desiderio di far conoscere al pubblico questo repertorio per certi versi quasi inedito e poi anche perché nemmeno lo stesso Modugno ha mai fatto una pubblicazione o uno spettacolo mettendo insieme tutte queste canzoni quindi, quando l’ho proposto a Moni Ovadia che insieme a Giuseppe Cutino ne ha curato la regia e a Sabrina Petyx che ne ha curato la drammaturgia, sono stati tutti concordi nel costruire uno spettacolo che potesse raccontare questo Modugno inedito, questo Modugno degli esordi, che poi è anche il Modugno più vero, il precursore di tante mode, di tanti fatti artistici. Un rivoluzionario. Lui anticipò il teatro-canzone; anticipò la canzone d’autore; anticipò il fenomeno della pizzica con il brano ‘Pizzicapò’ e così via. Era un grande precursore”.
Il fatto che venga tanto utilizzato il dialetto, peraltro “finto siciliano”, può essere un rischio per il pubblico?

“Assolutamente no. Questo spettacolo lo abbiamo presentato da Milano a Cagliari a Bolzano. Ovunque è stato molto apprezzato perchè gli spettatori hanno avuto modo di conoscere in modo diverso Modugno attraverso la musicalità legata al dialetto. Il limite è superato dalla costruzione dei monologhi intrecciati da Sabrina Petyx, che sono in lingua italiana e raccontano un pezzo dell’Italia di quel periodo. Raccontano innanzitutto il suo andare più a sud di quanto di trovasse. Modugno era pugliese e per avere successo nel mondo ha dovuto fingersi siciliano, di scendere ancora più giù, sfatando il mito che per avere successo bisogna andare al nord. In questo caso lui è andato ancora più a sud. La Sicilia come doveva Verga è l’anima du munnu! Il crocevia di tre continenti in cui tutto si mescola e crea musicalità straordinarie, uniche. Questo nel primo Modugno c’è tutto. Direi che forse c’è tutta quella verità, quella genuinità, che poi si perde con la leziosità dell’esperienza e con la necessità di fare i contri con il business delle case discografiche”.
Entrando nello specifico cosa racconta lo spettacolo?

“Racconta non solo l’uomo Modugno, ma anche ci, come me, viene dalla periferia e vuole cercare il suo posto nel mondo e fa i sacrifici per potersi affermare. Alla fine, nello spettacolo, Mimì e Mario si sovrappongono e quindi anche la mia storia diventa una storia universale come la storia di chiunque di noi che vuole appunto affermarsi”.

Quindi il messaggio finale qual è?

“Che anche se si vive ai margini dell’impero, se si ha il talento, la forza di volontà e questo fuoco dentro che ti fa bruciare, si arriva al successo”.

Questo spettacolo è ben rodato e apprezzato se è vero che gira da ben quattro anni, sempre con ottimo riscontro di pubblico. Ci sono due versioni una acustica è una sinfonica.

“Con la versione sinfonica abbiamo debuttato al teatro lirico di Cagliari e replicheremo al Teatro Massimo di Palermo. Dal 26 aprile al Primo Maggio, andrà in scena al Teatro Quirino di Roma, nella versione che presenteremo al Giarre sabato 19 marzo”.

Progetti in itinere?

“Barbablù, grande successo all’ABC di Catania, che riprenderà il suo corso dopo l’interruzione della pandemia e una novità in assoluto, un mio nuovo disco, che segnerà il mio ritorno alla musica dopo ben cinque anni di solo teatro. Una novità assoluta. Si tratta di un disco di inediti a distanza di dodici anni da ‘Italia talìa’ che arrivò secondo al Premio Tenco. Ho sentito la necessità di realizzare un nuovo disco di nuove canzoni”.

È nato durante la pausa forzata determinata dalla pandemia?

“No. È nato dopo. In realtà durante la pausa non riuscivo a scrivere. Sono stato improduttivo. Invece, subito dopo, complice forse la gestione del periodo Covid che forse faceva covare dentro qualcosa, sono venute fuori dodici tracce tutte nuove, che segnano la svolta linguistica di Mario Incudine. Suonerò in siciliano, ma canterò in italiano. La musica, i miei strumenti, la mia sonorità non mancheranno”.

Mario Pafumi

Lo spettacolo in sintesi
Un viaggio-omaggio ad uno dei più grandi interpreti della musica italiana, Domenico Modugno. Cantante, attore e polistrumentista, Mario Incudine porta in scena, “‘MIMI’ da sud a sud sulle note di Domenico Modugno”, spettacolo realizzato nell’ambito della stagione teatrale “Turi Ferro”, dal 2014 frutto di una proficua partnership tra ArchiDrama e il Teatro ABC di Catania. Sul palco, con Mario Incudine, ci saranno i musicisti Antonio Vasta, Manfredi Tumminello e Pino Ricosta. Lo spettacolo, con la regia di Moni Ovadia e i testi di Sabrina Petyx, racconta le aspirazioni di un uomo del Sud, chiamato Mimì, ma che potrebbe avere mille nomi diversi. Una storia fatta da mille storie, che si incrocia con quella del suo interprete, scorrendo su linee parallele che, sovvertendo ogni regola, si incontrano in uno spettacolo in cui Mario Incudine e Domenico Modugno ci raccontano un mondo che cambia, che lotta, che sogna, che sfida convenzioni e stereotipi. Mimì siamo noi. Ogni giorno che passa. Noi di Ieri. Noi di Oggi. Noi di Domani. Noi che desideriamo Volare ma che non sempre sappiamo di avere le ali per poterlo fare. Oltre la narrazione teatrale, sul palcoscenico verranno proposti brani per lo più inediti, canzoni di Domenico Modugno legate alla Sicilia, a una terra da lui adottata perché, come gli disse Frank Sinatra: “Fingiti siciliano! La Sicilia la conoscono tutti, tutti sanno dov’è e poi il dialetto è molto simile al tuo, al pugliese. Fingiti siciliano e conquisterai il mondo!”. Ma vibreranno anche le note di canzoni amate in tutto il mondo, come ‘Nel blu dipinto di blu’ e ‘Dio come ti amo’, rivisitate e riarrangiate. “La mission principale della nostra attività teatrale in questi anni, è sempre stata quella di portare al pubblico del territorio jonico etneo tra le migliori produzioni teatrali professionali con artisti di caratura regionale e nazionale – spiega Alfio Zappalà, direttore artistico e organizzativo – L’obiettivo è dare al nostro territorio un respiro più ampio di quello prettamente locale. Con la presenza di Mario Incudine abbiamo centrato entrambi gli obiettivi, poiché parliamo di un artista siciliano ampiamente apprezzato e sempre più affermato su scala nazionale”.
Mario Pafumi

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