di Katya Maugeri
Le aggressioni nei confronti delle donne non diminuiscono. Ogni tre giorni, in Italia, una donna viene uccisa, nel corso del 2022 sono state 77 coloro che hanno perso la vita. A fronte di un fenomeno che sembra non volere assolutamente placarsi, sono numerose le iniziative organizzate per sensibilizzare le coscienze e costruire strumenti efficaci per contrastare la violenza.
Valentina Capizzi è l’organizzatrice di un corso gratuito di difesa personale femminile DoNNe #vietato morire.
«Mi sono sempre chiesta, se mi trovassi in una circostanza simile, quale sarebbe la mia reazione? Cosa dovrei fare di pratico per salvarmi la vita? La prima cosa a cui ho pensato è stata “liberarmi e scappare” per poter chiedere aiuto. Ma come fare? Di solito le reazioni delle vittime durante un’aggressione sono due: o rimanere paralizzate dalla paura, o cominciare a dimenare mani e piedi senza alcun risultato. Così ho pensato, se ogni donna ricevesse un addestramento specifico, consapevole e sicuro, che le consentisse di liberarsi e scappare, i numeri delle vittime diminuirebbero drasticamente».
Nasce così l’idea di un corso di autodifesa, che preparasse le donne non alla violenza, ma alla difesa consapevole. Il corso è completamente gratuito. «Credo che nella vita ci siano cose che non debbano avere un costo. Non devo pagare per sapere come difendermi, non è un lusso né un capriccio. È una necessità, è un diritto avere salva la vita».
Il corso inizierà sabato 26 novembre all’accademia di danza Etna country style a Gravina di Catania, il giorno dopo la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Si terrà tutti i sabati per un’ora e mezza, avrà la durata di un mese, al termine del quale verrà consegnato alle partecipanti un attestato. Il corso sarà tenuto dalla maestra Denise Di Stefano, insegnante di karate, che insieme al proprietario della struttura, Giuseppe Scaccianoce, offrono gratuitamente i loro servizi, spinti dal desiderio di aiutare il prossimo.
A sostenere il progetto di Valentina, due uomini dalla parte delle donne: Andrea Bruno, segretario regionale vittime civili di guerra Sicilia, e Alessandro Bifera, volontario impegnato da tempo nelle politiche della famiglia. «A entrambi devo un ringraziamento particolare, perché mi hanno supportata, incoraggiata e aiutata davvero tanto a realizzare il mio progetto. Il corso è aperto a tutte le donne, non serve aver avuto un’esperienza negativa nella vita per voler partecipare. Il corso è prevenzione, è conoscenza. Io paragono sempre la violenza a un cancro che ti uccide. Ebbene, il corso è un check up che ci aiuta a saper reagire in caso di emergenza».
Valentina è una maestra e il suo sogno più grande sarebbe quello di vedere nelle scuole un segnale così forte contro ogni violenza: utilizzare, ad esempio, l’ora di educazione fisica per insegnare ai ragazzi e alle ragazze cosa fare se avvicinati o aggrediti. Per una scuola sempre più consapevole e attenta alla tutela dei nostri giovani.
«Maestri e maestre, responsabili di strutture sportive sono tutti invitati a collaborare con il nostro progetto e dare, a quante più donne possibili, l’opportunità di partecipare a un corso di autodifesa in modo gratuito. La vita è sacra ed è vietato morire a causa di un atto di violenza».