Dopo l'emergenza sanitaria si tornerà al lavoro. Le call sostituiranno le sale riunioni?

Dopo l'emergenza sanitaria si tornerà al lavoro. Le call sostituiranno le sale riunioni?

I risvolti della crisi Covid-19 sul comportamento dei manager aziendali e, in generale, sul funzionamento delle imprese e le condizioni dell’economia italiana. Prosegue il dibattito interno al corso di Principi di Management con le riflessioni e le osservazioni di studentesse e studenti del primo anno della laurea triennale in Economia Aziendale. L’ultima puntata ieri; oggi è il turno di Dalila Astuti e Rachele Leonardo

***

di Dalila Astuti e Rachele Leonardo

Il manager, in una situazione di crisi come questa, è una figura fondamentale all’interno dell’impresa, in quanto deve contemporaneamente salvaguardare il business dell’azienda, la continuità lavorativa ed il benessere di tutto il personale. È, dunque, portato a svolgere un lavoro di estrema sensibilità nei confronti dei dipendenti aziendali, non creando ulteriori allarmismi e gestendo le operazioni in maniera trasparente e razionale.

Circa l’84% delle aziende italiane, al fine di salvaguardare la salute dei dipendenti, si sono mosse adottando forme di lavoro digitale come lo smart working, inteso non come semplice lavoro da casa, ma come paradigma che prevede la revisione del modello di leadership, dell’organizzazione del lavoro e che rafforza il concetto di collaborazione tra i dipendenti.

È allora un jolly o diventerà un fenomeno di massa? Non tutti i lavoratori sono “knowledge worker” e comprendono appieno le potenzialità delle tecnologie digitali: oggi la formazione è essenziale, sono ancora poche le aziende italiane che investono per favorire l’engagement di tutte le tipologie di lavoratori. Dalla ricerca di IDC (International Data Corporation) emerge che sono principalmente le grandi imprese ad essere orientate alla creazione di “digital workplace”: i dipendenti iniziano ad essere dotati di un loro laptop e cellulare su sistemi aziendali, tutto in cloud. “Il nuovo ufficio è ‘everywhere’. In treno, in aeroporto o nella hall di un hotel”, come spiega Marco Gallo, VP sales di CHG-Meridian Italia. È l’occasione adatta per far diventare lo smart working un’opportunità di crescita e miglioramento per le aziende. Questo può considerarsi un percorso flessibile che allena i capi a non stare con il fiato sul collo dei collaboratori, determinando aumenti delle performance, facendo leva sulla promozione del singolo che acquista autonomia e responsabilità snellendo quelle dei manager.

Dunque, coronavirus: impedimento o opportunità? Sicuramente il lavoro agile offre l’opportunità alle imprese di trovare talenti geograficamente distribuiti, permettendo un miglior bilanciamento vita/lavoro, con conseguente ottimizzazione dei costi e sempre più, possibilità di contribuire alla causa ambientale sostenendo il pianeta.

Il coronavirus ha spinto le persone ‘tecnofobe’ ad abbracciare un lavoro più digitale: la paura non deve paralizzare, piuttosto bisogna sapersi riorganizzare nelle avversità, con capacità di adattamento e sviluppando il Problem Solving.

Allora, se il WHY è ben definito, l’HOW non ci preoccupa più.

Immagine di copertina: photo credits

Send a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *