Droga: aumentano i ricoveri, i morti e l’indifferenza

Droga: aumentano i ricoveri, i morti e l’indifferenza

di Katya Maugeri

Di droga si muore, ancora. Doveva essere il suo regalo di compleanno e le ha stroncato la vita nel giorno dei suoi 18 anni. Così è morta Maria Chiara Previtali, e ancora i giovanissimi Flavio e Gianluca la scorsa estate durante una serata da “sballo”.

Il fenomeno droga sembra non voler tramontare. Nella Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia 2020 con i dati relativi al 2019, si evince un quadro allarmante: anche quest’anno sono aumentate le overdosi e i ricoveri correlati all’uso di sostanze.

Continuano a crescere anche le diagnosi tardive per l’AIDS, dato che evidenzia un importante campanello d’allarme. Il dato più inquietante riguarda però l’aumento di morti per droga: nel 2019 sono stati registrati 373 casi di decesso per overdose, l’11% in più rispetto lo scorso anno ed addirittura il 39% in più di decessi rispetto ai dati del 2016.

In poco meno della metà dei casi di decesso direttamente attribuibile all’uso di sostanze, l’eroina si conferma come la droga principale (45,3%), ma sono in aumento anche i decessi attribuibili all’uso di cocaina.

Tuttavia, per quasi un terzo delle overdose la sostanza responsabile dell’evento rimane “imprecisata”. Questo dato potrebbe essere collegato alla diffusione di Nuove Sostanze Psicoattive, la cui composizione è spesso difficile da determinare.

La diffusione delle Nuove Sostanze Psicoattive prosegue la sua espansione, confermando una trasformazione verso mercati complessi e mutevoli. Si consolida la diffusione di modalità di consumo che virano verso le sostanze sintetiche e il poliutilizzo, insieme a forme di consumo più tradizionali ma comunque caratterizzate da modalità occasionali che cambiano secondo i contesti.

Cresce, purtroppo, la percentuale di consumatori per via iniettiva fra le nuove diagnosi di HIV (nel 2018, ultima annualità disponibile, 106 casi su 2.847). 661 sono stati i nuovi casi di AIDS registrati, 70 dei quali riguardavano utilizzatori di sostanze per via iniettiva. Il 30% dei nuovi casi, percentuale in costante aumento, ha avuto la diagnosi di AIDS entro 6 mesi dal primo test HIV positivo, suggerendo che quasi un terzo di queste persone arriva allo stadio di malattia conclamata di AIDS ignorando la propria sieropositività. Sono 35.000 le persone trattate presso i SerD sottoposte al test HIV e 1.622 sono quelle risultate positive, pari rispettivamente al 27,1% e 1,3% di tutti i soggetti in cura.

Anche per quanto riguarda le ospedalizzazioni direttamente droga-correlate, che nel 2019 sono state 7.480, in aumento soprattutto tra i giovani e gli adulti under 45, circa la metà dei casi è dovuta all’uso di sostanze miste o non specificate.

Droga e studenti

Tra gli studenti 15-19enni circa 660.000 (25,9%) hanno assunto una sostanza psicoattiva illegale nel corso dell’ultimo anno, il 15,7% ha fatto uso di sostanze nel mese in cui ha partecipato allo studio e il 3,5% ha fatto uso più volte a settimana. Il dato sul consumo frequente è in costante diminuzione dal 2014.

La cannabis è la sostanza psicoattiva illegale più usata, oltre un quarto degli studenti ne ha fatto uso almeno una volta nel corso del 2019 (25,8%).

Il 3,2% degli studenti ne riferisce un uso quasi quotidiano, dato in leggero decremento. Oltre la metà degli utilizzatori ha avuto il primo contatto fra i 15 e i 16 anni e per il 90,5% rappresenta la sostanza di elezione esclusiva. Secondo l’analisi del profilo d’uso, sono oltre 140.000 gli studenti che hanno assunto cannabis durante l’anno caratterizzati da un consumo definibile “a rischio”, pari al 21,8% di tutti i consumatori.

Il 9,5% degli studenti, pari a oltre 240.000 ragazzi, ha riferito di aver utilizzato almeno una volta nel corso della vita una o più delle cosiddette NPS, tra le quali cannabinoidi sintetici, catinoni sintetici e oppiodi sintetici.

Continua l’espansione del mercato della cocaina

Rispetto al 2018, a fronte di una diminuzione complessiva dei sequestri di altre sostanze, i quantitativi di cocaina sequestrati sono quasi triplicati raggiungendo nel 2019 le 8,3 tonnellate. Anche la domanda è aumentata negli anni: secondo le ultime stime disponibili, dei quasi 16 miliardi di euro spesi per l’acquisto di sostanze stupefacenti circa il 31%, corrispondente a poco meno di 5 miliardi di euro, ha riguardato proprio cocaina.

La fetta di mercato attribuibile a questa sostanza risulta dunque essere in costante e rapida crescita, grazie anche alla posizione strategica che il nostro Paese occupa nello svolgimento delle attività criminali a essa collegate.

La stabilizzazione del consumo di alcune sostanze psicoattive registrata nella popolazione studentesca, insieme alla diminuzione dell’uso di altre sostanze risulta coerente con l’aumento delle attività di prevenzione svolte proprio in ambito scolastico.

Continuano ad aumentare le persone in carcere per reati legati alla droga

Il consumo di sostanze stupefacenti genera inevitabilmente conseguenze non solo a livello individuale, poiché sono ingenti anche i costi sociali e legali relativi al sistema della giustizia penitenziaria.

I detenuti per reati droga-correlati, che alla fine del 2019 erano 21.213, costituiscono più di un terzo dell’intera popolazione carceraria anche se i nuovi ingressi nell’ultimo anno hanno subito una lieve flessione. Oltre un quarto dei detenuti sono inoltre tossicodipendenti e per loro le strutture penitenziarie cercano di garantire un trattamento terapeutico e rieducativo.

Il sistema di trattamento delle tossicodipendenze si articola in modo capillare sul territorio italiano.

I Servizi pubblici per le Dipendenze, infatti, operando in sinergia con la rete dei Servizi del Privato Sociale, del volontariato e dell’associazionismo, permettono un’ampia copertura della domanda di trattamento.

Oltre ai servizi ambulatoriali e alle comunità terapeutiche distribuiti su tutto il territorio nazionale, i servizi trattamentali di primo livello, come i centri a bassa soglia, drop-in e unità mobili, che sono maggiormente diffusi nelle regioni centro-settentrionali, svolgono attività di riduzione del rischio tra i nuovi consumatori e del danno tra i soggetti tossicodipendenti che sfuggono ai servizi tradizionali.

La maggior parte dell’utenza dei Servizi pubblici per le Dipendenze è in cura per uso di cosiddette “droghe tradizionali”, due terzi degli utenti sono stati infatti presi in carico per uso primario di oppiacei e un quinto per cocaina/crack.

La Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze, ci ricorda più che mai, che serve individuare risposte concrete ed efficaci per tracciare insieme il percorso da seguire.

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