Due miliardi di euro all'anno in più nel PIL siciliano se solo si puntasse alle PMI maggiormente innovative

Due miliardi di euro all'anno in più nel PIL siciliano se solo si puntasse alle PMI maggiormente innovative

ENNA – La Sicilia delle piccole e medie imprese, ma anche delle start up innovative. La Sicilia della responsabilità sociale delle imprese ma anche dei gruppi familiari che, rimanendo nella nostra terra, hanno deciso di rilanciare puntando a diventare più grandi e ad essere leader nel loro business di riferimento. Ma anche la Sicilia dell’innovazione e della digitalizzazione che prova ad invertire la rotta di tendenza puntando sui giovani e sulle intelligenze del territorio, soprattutto sui talenti all’interno delle Università.

Ieri mattina alla Università Kore di Enna, il Lions Club presieduto dall’avvocato Bianca Pellegrino ha organizzato un importante convegno nell’ambito del tema distrettuale “Il Lions e il coinvolgimento delle imprese. Impact Investing”, un tema che – come testimoniato dalla presenza ieri di Nunzio Rinaldi componente del comitato distrettuale – quest’anno ha portato gli officers Lions in giro per la Sicilia (tra Catania, Siracusa e Gela, giusto per menzionare alcune sedi) per discutere di sviluppo economico del territorio in un modo nuovo e diverso, più centrato sulla responsabilità sociale.

Uno sviluppo che – per il manager Alessandro Geraldi, manager di Nev Business & Advisor in Cerved venuto appositamente da Milano – non può che passare per le piccole e medie imprese. “In Sicilia – ha detto il manager Cerved – ci sono 5.524 piccole e medie imprese, per un fatturato aggregato di 24 miliardi di fatturato, 136 mila addetti e 5,7 miliardi di valore aggiunto. Il numero di aziende tiene, ma rimane al di sotto dei livelli di pre-crisi quando le PMI erano anche di più, circa 6.000. Tuttavia, la situazione è migliorata perchè adesso i debiti finanziari, pari 5,9 miliardi di euro, pesano di meno rispetto al patrimonio”. Dunque luci e ombre in Sicilia per il dottor Geraldi il quale lancia la stoccata finale: “In base ai dati di Cerved, ci sono almeno 158 piccole e medie imprese in Sicilia più promettenti di tante altre, e potenzialmente pronte per essere partecipate da fondi di private equity; addirittura 16 avrebbero caratteristiche vicine a quelle richieste per la quotazione. Se queste imprese, la stragrande maggioranza delle quali familiari, aprissero il loro capitale di rischio agli investitori, il potenziale impatto sul PIL sarebbe pari a 2 miliardi di euro“.

Dalle piccole e medie imprese alle start up innovative. “Sul totale delle nuove imprese registrate ogni anno al sistema camerale – ha rilevato il professore Rosario Faraci dell’Università degli Studi di Catania – pesano ancora per meno dell’1%. Ma le start up esprimono una modalità nuova di fare impresa e un modello su cui le grandi città europee stanno puntando. In Italia le start up innovative sono più di 10.000, in Sicilia ce ne sono poco meno di 500, ma anche nel nostro territorio cominciano a delinearsi degli ecosistemi territoriali che rappresentano l’habitat naturale per tali realtà aziendali. Catania e Palermo, al riguardo, sono due modelli”. Qualche dato pure sulla provincia di Enna, popolata da microimprese, con una dimensione aziendale modesta (la media riferita ad un campione di più di 1.500 imprese è di poco inferiore al milione di euro), operanti prevalentemente nei settori tradizionali (agricoltura al 37,17%; commercio al 23,77%; costruzioni al 10,24%). Qui le start up innovative sono dieci, ma è interessante il fatto che siano distribuite uniformemente in tutti i settori portanti dell’economia provinciale.

Dai numeri alle realtà aziendali operative che hanno investito nel territorio, creato indotto, generata occupazione, e sono diventate presto leader nel loro business di riferimento. E’ il caso del Gruppo Arena, presente ieri all’incontro Lions con il direttore generale Giovanni Arena. Si tratta di un gruppo di aziende, a conduzione familiare, che oggi è leader in Sicilia e uno dei più importanti player della distribuzione moderna in Italia. Sono infatti 145 i punti vendita a marchio Decò, con una prevalenza del format dei supermercati; 11 i punti vendita con le insegne “Super Conveniente” e un punto vendita all’ingrosso. Al primo posto nelle province di Enna, Caltanissetta e Catania, il gruppo Arena ha nella logistica anche uno dei capisaldi della propria strategia aziendale, con 60.000 mq di depositi per le merci, 25.000 mq per salumi, frutta e carni e 5.000 mq per i prodotti che necessitano della catena del freddo. E’ un’azienda che nel 2022 festeggerà i cento anni dalla fondazione e per quella data punta a raggiungere un fatturato aggregato di 1 miliardo di euro che la renderebbe il gruppo aziendale siciliano di riferimento per tutta l’isola.

Le conclusioni del convegno Lions sono state tratte dal Prof. Vincenzo Fasone, presidente del corso di laurea in Economia Aziendale alla Kore. Il tema trattato è stato proprio quella della responsabilità sociale, analizzato a tutto tondo, partendo dall’accezione più comune di impresa socialmente responsabile quando si occupa dei problemi della terra, dell’acqua e dell’energia, ovvero i temi sensibili della sostenibilità globale; per arrivare all’impresa socialmente responsabile che diventa inclusiva, come nel caso dell’ impresa sociale Cotti in Fragranza nata all’interno del carcere Malaspina di Palermo oppure del tour operator Addio Pizzo Travel. Il tema della responsabilità sociale ha implicazioni diverse sul piano della cultura della legalità e dell’etica, ma è sicuramente uno di quelli che affascina maggiormente i giovani, come dimostra il crescente interesse ad affrontare tali argomenti nelle tesi di laurea.

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