E il palermitano Vaccarini diventò lombardo. A Catania si riscrive la storia


 
 
 
 

CATANIA – Come errore non c’è male, almeno che non si tratti di perfida censura anti-palermitana. Gelosie da campanile? Il sindaco Enzo Bianco ci risponda e se è in buona fede, omnia munda mundis, provveda celermente. Nel cartello turistico posto proprio davanti Palazzo degli elefanti che spiega la ricostruzione di Catania post terremoto si citano, correttamente, gli architetti Longobardo, Vaccarini e Battaglia, che disegnarono  la “nuova” città, quello splendore tra piazza Duomo e via Etnea che ancora ammiriamo giornalmente, e alcuni edifici monumentali. Nella traduzione in inglese, evidentemente non affidata ad un inglese madrelingua, ma forse ad uno studente distratto, il cognome “Longobardo” viene tradotto in “lombardo”, indicazione di origine…protetta, alterando così i natali di Vaccarini, palermitano, e di Francesco Battaglia, che di sicuro padano non era.  E facendo sparire dalle nozioni storiche che apprenderanno i turisti di lingua inglese l’esistenza di Longobardo. Insomma, signor sindaco: ridiamo a Longobardo ciò che è di Longobardo. E magari rimandiamo a settembre il maldestro traduttore, ma subito sostituiamo l’indicazione turistica.

La “scoperta” è del vice presidente regionale di SiciliAntica, Giuseppe Lo Porto.

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