E' morta Italia Napoli, la voce dei pupi


 
 
 
 
 
Daniele Lo Porto

CATANIA – L’avevo conosciuta nel 1990 quando realizzai un reportage per il Giornale di Sicilia. Lo confesso: allora non avevo neanche idea di cosa fosse veramente l’arte dei pupari, dei manianti, di coloro che davano voce, forza e, soprattutto, anima ai protagonisti, buoni e cattivi, in legno e latta, spade luccicanti e pennacchi variopinti. Lei, Italia Chiesa Napoli, mi svelò un mondo meraviglioso, tramandato da generazioni, vissuto giornalmente con amore e professionalità, una vera e propria attività teatrale, fatta di sacrifici, regole, genialità e applicazione costante. La famiglia Napoli, non a caso, è conosciuta in tutta Italia e anche all’estero.

Oggi è scomparsa, ma resterà vivo il ricordo della sua voce che animava i personaggi femminili, ora suadente oppure sprezzante. Ai figli, ai nipoti, agli amici che con lei hanno condiviso quest’arte e per lei continueranno a celebrarla, un abbraccio commosso.

“Se ne va la voce delle eroine dell’Opera dei pupi”. Così il sindaco di Catania Enzo Bianco ha commentato la notizia della scomparsa di Italia Chiesa Napoli, “parratrici” della Marionettistica dei Fratelli Napoli, una delle più note e apprezzate compagnie di pupari che, fondata nel 1921, è oggi diretta da suo figlio, Fiorenzo Napoli.
Nell’Opera dei pupi, “parratrici” e “parraturi” danno la voce ai personaggi, mentre i “manianti” li animano sulla scena,
“Italia Napoli – ha detto Bianco – è stata la matriarca di una stirpe di pupari che ha profondamente segnato e continua a segnare la cultura catanese, rappresentando un’eccellenza riconosciuta a livello internazionale. Ed è stata anche una donna gentile, un’autentica signora. Per questo la città le rende onore e presto la ricorderemo in occasione dell’apertura del teatro dell’Opera nelle Ciminiere di Catania”.

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