E' morto Giuseppe Ciarrapico. Nel 1990 stava per comprare l'Acqua Pozzillo dalle Terme di Acireale

Saro Faraci

ACIREALE – La notizia odierna della morte di Giuseppe Ciarrapico, spentosi a 85 anni, imprenditore romano, già senatore del Popolo della Libertà e presidente della Roma Calcio, riporta alla memoria un episodio che molti Acesi hanno rimosso prestissimo dai loro labili ricordi. Era il gennaio del 1990, quando anche la stampa economica nazionale riportava la notizia che il 60% della Società Regionale Idrominerale, proprietaria del marchio Acqua Pozzillo, era stato acquistato da Italfin 80, la finanziaria cui facevano capo Ente Fiuggi, Bognanco, Recoaro, Pejo e un’altra quindicina di aziende del settore idrominerale. E Giuseppe Ciarrapico, allora vicinissimo all’ex Presidente del Consiglio Giulio Andreotti, era il patron di Italfin.

All’epoca la Società Regionale Idrominerale era interamente controllata dall’Azienda Autonoma delle Terme di Acireale, dunque di proprietà della Regione Siciliana che alcuni anni prima aveva acquistato lo stabilimento di Pozzillo dalla famiglia Puglisi Cosentini per una cifra miliardaria e aveva fatto partire contemporaneamente il progetto di realizzazione dell’albergo Excelsior Palace rilevando da un’altra famiglia acese, i Leonardi, il vecchio pastificio di via delle Terme. Con l’inaugurazione qualche anno prima dello stabilimento termale di Santa Caterina, il piano ambiziosissimo era di realizzare una grande Cittadella Termale, la più grande di Sicilia e tutta pubblica. Erano i tempi in cui alla Regione Siciliana era Presidente della Regione Siciliana l’on.Rino Nicolosi, leader della sinistra democristiana, avversario politico della corrente andreottiana, ma comunque in ottimi rapporti con il “Divo” Giulio che nel Catanese aveva come riferimento l’on.Nino Drago.

E fu proprio Andreotti, che si disse allora, facilitò i rapporti tra Ciarrapico e la Regione Siciliana per l’acquisizione del pacchetto di maggioranza della Pozzillo, mentre una quota minoritaria sarebbe comunque rimasta in capo all’Azienda autonoma delle Terme. Con l’acquisizione della Pozzillo, l’Itafin 80 di Ciarrapico, che già controllava il marchio Ciappazzi, si sarebbe aggiudicata più della metà della produzione di acque minerali in Sicilia, portandosi ad un soffio dalla leadership nazionale del mercato allora detenuta dal gruppo Sangemini-Ferrarelle. A quell’epoca, Ciappazzi e Acqua Pozzillo insieme avevano una capacità produttiva di oltre 40 milioni di bottiglie di minerale e 30 milioni di litri di bevande analcoliche, con un fatturato complessivo di 50 miliardi di lire, 170 dipendenti diretti e almeno altri 200 nell’indotto. Italfin invece fatturava oltre 600 miliardi di lire.

L’affare tra Ciarrapico e la Pozzillo non andò in porto e non se ne conobbero mai le ragioni. Rumors di allora riferirono di alcuni controlli chimici sulla qualità delle acque minerali di Pozzillo che non convinsero i manager romani di Italfin 80 che rinunciarono così definitivamente all’acquisto del marchio e dello stabilimento, continuandolo a lasciare in mano alle Terme di Acireale. Può darsi invece che si trattò di una trattativa che non si finalizzò per interessi diversi di Ciarrapico. Come andò poi a finire la storia è vicenda più vicina ai nostri giorni, poichè la Pozzillo, rimasta nell’orbita delle Terme di Acireale, passò di mano ai privati a seguito di un fallimento e successivamente lo stabilimento venne chiuso e tutt’ora è oggetto di un contenzioso, a parte il problema dello smaltimento dell’amianto. Nel frattempo, anche il settore delle acque minerali in Italia si è profondamente rinnovato e nuovi competitors stranieri hanno preso il controllo del mercato che per consumi è il secondo più grande a livello europeo.

Dal 2006, com’è noto, le Terme di Acireale hanno cessato di essere azienda autonoma e sono state trasformate in società per azioni. Da quel momento, hanno solo accumulato perdite per quasi 15 milioni di euro, mentre il patrimonio netto si è svalutato di oltre 34 milioni di euro. La società, di proprietà del Dipartimento di Economia della Regione, è tuttora in liquidazione e i tre liquidatori nominati dal precedente governo Crocetta sono i commercialisti Francesco Petralia, Antonino Oliva e Vincenza Mascali. Domani 15 aprile adotteranno importanti decisioni sul patrimonio aziendale in liquidazione e si attende la conferenza stampa (almeno si spera) in cui saranno dati dettagli maggiori sull’operazione di ricongiungimento di tutti i cespiti immobiliari, dopo che il centro polifunzionale e l’ex albergo Excelsior Palace sono finiti per due volte all’asta immobiliare. La liquidazione dovrebbe avviarsi così alla conclusione, aprendo le porte al non facile cammino di affidamento della gestione ai privati.

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